Il caso Regeni continua a rimanere aperto e l’Egitto sembra disposto a collaborare con le autorità italiane per la sua risoluzione. E’ quanto si evince dalle parole pronunciate da Al Sisi nel corso di una conferenza stampa a Sharm el Sheikh; il presidente egiziano ha detto “Vogliamo scoprire i colpevoli”, ed ha continuato dicendo che gli egiziani stanno agendo in modo “trasparente” nei confronti dell’Italia.
Al Sisi ha anche ricordato che il corpo del giornalista italiano venne ritrovato mentre era in corso una missione imprenditoriale italiana con a capo Federica Guidi, allora ministro dello Sviluppo Economico, e come questo fatto avesse vanificato degli investimenti italiani nel suo paese che si stavano concertando. Al Sisi ha risposto alla domanda di un giornalista che aveva chiesto quale fosse il suo messaggio al nostro Paese dopo che al Cairo era tornato l’ambasciatore italiano.
Secondo il presidente egiziano si era trattato di un tentativo di far fallire gli accordi tra imprenditori italiani ed Egitto, tentativo che ha dato i suoi frutti, dato che dal caso Regeni il più colpito è stato proprio il paese nordafricano. Al Sisi ha anche ricordato la grande portata delle relazioni tra i due paesi nel campo economico, ma anche in quelli culturale, turistico e umano, ed ha parlato di “relazioni uniche con l’Italia”, come ad esempio l’appoggio che il nostro Paese dette all’Egitto nella “rivoluzione di giugno”, del 2013 quando con una rivolta popolar-militare ci fu la caduta del presidente Morsi. In quell’occasione il governo Renzi, ha ricordato Al Sisi, fu il primo a invitare i nuovi governanti ad una visita in uno stato europeo.
Nello scorso settembre anche il ministro degli Esteri italiano, Alfano, aveva parlato di una partnership “ineludibile” tra Italia ed Egitto, comunicando il ritorno dell’ambasciatore al Cairo, così come quello del rappresentante egiziano in Italia. In quell’occasione furono segnalati i passi in avanti nella collaborazione tra gli inquirenti italiani e quelli egiziani per la risoluzione del caso, anche se non definitivi. Alfano aveva dichiarato la volontà di proseguire con le indagini aspettandosi la massima collaborazione da parte delle autorità egiziane e di collaborare con l’istituzione britannica che aveva inviato in Egitto il giornalista italiano.