Italia

Carabiniere ucciso a Roma, emergono nuovi particolari: “Aveva dimenticato la sua arma”

Mentre il caso è ancora oggetto di dibattito politico e dopo che sono state celebrate in forma solenne le esequie, continuano le indagini sulla morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate da due turisti americani nel centro di Roma. Infatti se i due ragazzi hanno confessato il delitto è anche vero che vi sono ancora aspetti della vicenda poco chiari e che hanno tirato in ballo pure eventuali responsabilità da parte della stessa Arma dei Carabinieri. Anche per questo motivo, dopo aver reso onore al militare nel corso dei funerali tenutisi a Somma Vesuviana, è stata organizzata una conferenza in cui Francesco Gargaro, comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, si è detto dispiaciuto per via di alcune speculazioni di stampa e “i presunti misteri sollevati da qualcuno”.

Le precisazioni in conferenza stampa
A finire nel mirino era stato l’intervento di Cerciello Rega e di un suo collega: “La nostra ricostruzione ha dimostrato la correttezza e la regolarità della loro azione” ha detto Gargaro, confermando che il vice brigadiere era uscito senza la pistola (“Una dimenticanza”) ma che questo non rappresenta un aspetto determinante dato che i due carabinieri “sono stati aggrediti immediatamente e non c’è stata possibilità di usare armi”. Inoltre è emerso che nella zona erano comunque presenti quattro pattuglie in modo da non pregiudicare l’operazione: per quanto riguarda invece le polemiche nate dopo la pubblicazione di una foto dei due giovani americani, bendato e ammanettato, la pm che segue il caso ha precisato che nel corso dell’interrogatorio erano “in ottime condizioni e liberi da qualsiasi vincolo”, aggiungendo anche che i rei confessi hanno subito avuto a loro disposizione un avvocato d’ufficio e un interprete. Dunque i due ragazzi sarebbero stati interrogati dai magistrati romani nel rispetto della legge e con le dovute garanzie difensive: a precisarlo è stato Michele Prestipino, procuratore aggiunto nella Capitale, che ha promesso comunque che il caso della foto “verrà accertato senza alcun pregiudizio per individuare eventuali responsabilità.