Le colline di Kobane offrono uno spettacolo tanto agghiacciante quando deprimente: le bandiere nere dell’Isis sventolano minacciose sulla città e lanciano all’Occidente un messaggio di sfida.
I miliziani del Califfo, inoltre, stanno premendo su Baghdad, e dopo Siria e Iraq sembrano ora mirare al Libano. I raid della coalizione guidata dagli Stati Uniti, non sembrano quindi aver minimamente scalfito l’Isis ed i suoi piani di conquista del Medio Oriente, che ha da poco invaso la città di Kobane.
Preoccupazione viene espressa dagli Stati islamici della zona, che vedono minacciata la loro integrità territoriale. La Turchia, che ormai da mesi ha rafforzato i confini disponendo migliaia di truppe, è l’ultimo baluardo dell’occidente contro le forze del Califfato, e si è detta pronta ad un intervento massiccio qualora i miliziani invadano il suo territorio.
La cittadina Curda di Kobane sta cedendo dopo ben 21 giorni di assedio, in cui le forze dell’Isis non sono state bloccate dagli attacchi aerei di Usa, Francia e di 5 Stati islamici alleati della coalizione. La battaglia si sta svolgendo casa per casa, con un numero di civili rimasti uccisi che cresce di ora in ora.
Migliaia di profughi si stanno affollando lungo il confine turco, dando vita ad una vera e propria emergenza umanitaria che non accenna a ridimensionarsi. Lo Stato Maggiore degli Stati Uniti si dice preoccupato ma fiducioso in un’imminente risoluzione di un conflitto che, contrariamente a quando sperato, non accenna a fermarsi.
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