Test missilistico e nuove minacce del dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un, all’isola di Guam. Ieri, ha presieduto le operazioni di lancio di un Hwasong-12. Il missile è rimasto in aria per 14 minuti, ha sorvolato il Giappone e si è disintegrato in tre parti nell’Oceano. Il leader nordcoreano ha poi fatto sapere che è solo il “primo passo” contro Guam, l’isola dell’Oceano Pacifico sede di numerose basi militari statunitensi e per questo considerata nemica. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha risposto con una condanna unanime e immediata alla “vergognosa” azione, ma non ha imposto nuove sanzioni.
È il terzo lancio che sorvola il Giappone, dopo quelli del 1998 e del 2009 anche se dall’inizio del 2017 sono ben 18 i test effettuati dalla Corea del Nord. La data del test non era casuale: è stato effettuato il 29 agosto per ricordare il 107esimo anniversario dell’annessione della Corea da parte del Giappone con il Trattato del 1910. La Kcna, l’agenzia di stampa ufficiale del regime, ha parlato espressamente di
“rancore contenuto da lungo tempo nel popolo coreano verso i crudeli abitanti dell’arcipelago giapponese insensibili al sanguinoso 29 agosto“.
La stessa agenzia di stampa ha fornito ed esaltato i dettagli del lancio di prova. Nel comunicato si legge:
“Il presidente del Partito dei lavoratori di Corea, presidente della Commissione affari di Stato e comandante supremo dell’Esercito del popolo coreano ha guidato l’esercitazione di lancio balistico missilistico delle Forze strategiche sul luogo. Accanto a lui erano presenti gli alti esponenti del Comitato centrale del Partito dei lavoratori coreani, tra i quali Ri Pyong Chol, Kim Jong Sik e Yu Jin“.
Oltre al Giappone, il nemico dichiarato sono gli Stati Uniti. Kim Jong-un vuole contrastare le esercitazioni Ulchi Freedom Guardian, considerate prove di invasione. Il dispaccio della Kcna riporta:
“L’Esercito del popolo coreano aveva l’incarico di colpire le basi delle forze imperialiste Usa collocate nel teatro operativo del Pacifico e contrastare le Ulchi Freedom Guardian. L’attuale esercitazione ha simulato una vera guerra ed è un primo passo e un significativo preludio del contenimento di Guam“.
Sempre secondo la Kcna, il missile Hwasong-12 non ha avuto alcun “impatto sulla sicurezza dei paesi vicini“. In realtà, ieri, il Giappone ha lanciato l’allarme. Ad Hokkaido sono state attivate le sirene e sono stati diffusi messaggi per avvertire la popolazione di trovare rifugio. La tensione tra Tokyo e Pyongyang è alle stelle: il Presidente Abe ha annunciato sanzioni unilaterali e ha dato il via libera alle esercitazioni sul funzionamento del sistema antimissile ASDF. Preoccupate anche Russia e Cina che fanno pressione sugli Usa affinché non utilizzi il sistema antimissile in Corea del Sud.
Gli esperti militari si stanno interrogando sulle vere tecnologie a disposizione di Pyongyang. L’Hwasong-12 ha percorso 2700 km in pochi minuti, segno che ci sono stati dei miglioramenti rispetto alle prove precedenti.
Come è noto, Kim Jong Un aveva individuato in Guam l’obiettivo militare di inizio agosto, poi decise di rinviare l’attacco. Il presidente Usa, Donald Trump, rispose minacciando “fuoco e ira” su Pyongyang. Ma la domanda è: come si ferma l’escalation?
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