Dopo la strage a Parigi, Eco mette in guardia l’Occidente “Siamo in guerra, l’Isis il moderno Nazismo”
Umberto Eco ha voluto esprimere la propria opinione in merito ai tragici fatti di Parigi, non prima di aver però specificato di non aver letto ancora “Sottomissione“, il libro di Michel Houellebecq che immagina una Francia con un presidente della Repubblica di fede islamica, e quindi di non poter dare un giudizio critico sull’opera in questione, destinata ad avere ancora più risonanza dopo la strage nella redazione di “Charlie Hebdo“.
Quello che è giustamente considerato l’intellettuale italiano vivente più importante del nostro panorama culturale ha messo l’accento su come i fatti accaduti in Francia abbiano ormai certificato come il modo di fare la guerra sia, rispetto al passato, cambiato. Secondo l’autore de “Il nome della Rosa”, il mondo civile è in guerra, una guerra dove:
“Siamo dentro fino al collo”.
Parlando poi di “Sottomissione” si è detto certo che vi sarà qualcuno che penserà di uccidere per mostrare la propria avversione al suo contenuto. Eco ha basato questa sua certezza sul fatto che nel corso dei secoli è sempre successo che gli uomini si uccidessero a causa di un libro e che le guerre che hanno sconvolto l’umanità sono sempre state causate dal monoteismo basato su un libro. Umberto Eco ha, infatti, puntato il dito contro le cosiddette “religioni del libro”, che secondo lui sono alla base delle:
“Grandi guerre che hanno messo a dura prova l’esistenza dei popoli”.
Quindi ha ricordato come ancora oggi “si prenda sul serio un testo come l’Eneide” e come i testi sacri o le opere molto antiche sono diventati pericolosi perchè molti di coloro che paradossalmente non li hanno mai letti o ne danno un’interpretazione distorta, li prendono a giustificazione per i propri atti barbari.
Quindi è tornato ad affermare un concetto che aveva espresso negli anni ’80 in un articolo scritto per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, ovvero che quelle in corso in Occidente “non sono emigrazioni, ma migrazioni“. Queste ultime secondo l’autore de “Il Nome della Rosa” sono un qualcosa di globale e si caratterizzano per tempistiche molto lunghe e sono causa, in mancanza di un equilibrio che ci vuole tempo a trovare, del versamento di molto sangue.
Umberto Eco ha terminato questa parte del suo ragionamento affermando che l’Occidente sta affrontando una situazione che può essere paragonata a quella che si trovarono a fronteggiare i Romani con la calata dei barbari dentro i confini dell’Impero e che bisognerà vedere se le istituzioni dei paesi occidentali, in particolar modo quelle dei paesi europei, saranno in grado di farvi fronte.
Eco ha poi voluto precisare come si trovi d’accordo con Houellebecq, secondo cui è surreale che il mondo islamico sia, da un punto di vista sociologico, molto affine all’estrema destra europea che lo giudica come il pericolo mortale per l’Occidente, e quindi ha messo l’accento su come sia si vero che è “scorretto parlare genericamente di Musulmani“, ma come sia altrettanto vero che l’Isis è definibile, da un punto di vista dell’aggettivazione, come “nazista“, visti i metodi utilizzati per eliminare chi è considerato come un nemico e il suo obiettivo di dominare il mondo.
Eco ha quindi affermato come sia possibile che un giorno la popolazione di fede musulmana sia maggioritaria in Occidente, visti i grandi fenomeni migratori in atto da molto tempo e si è detto conscio di come tale eventualità faccia paura alle giovani generazioni, le quali però a suo dire devono ricordarsi come i cambiamenti sociali fanno parte della storia dell’umanità.
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