L’infermiera spagnola colpita dall’ebola ha bruscamente alzato il livello d’attenzione sul virus anche in Europa. La morte dell’uomo ricoverato a Dallas, poi, ha aumentato le paure e in tanti adesso temono il rischio contagio.
In realtà, contrarre questo tipo di virus è piuttosto difficile poiché la trasmissione avviene soltanto tramite il contatto con i fluidi corporei di un individuo infetto. Dunque se non si hanno relazioni strette con persone già contagiate, è complicato contrarre l’ebola.
Il virus è in grado di causare vomito, febbre, problemi intestinali ed emorragie interne che possono condurre alla morte. Il ceppo che si sta diffondendo attualmente è il più mortale ed è lo “Zaire ebolavirus“.
Allo stato attuale delle cose non c’è un vaccino per evitare il contagio e neppure una cura per limitare gli effetti del virus sull’organismo. L’unica operazione possibile, una volta constatato l’avvenuto contagio, è l’isolamento, per evitare che altre persone contraggano l’ebola. Le terapie esistenti servono a ridurre la febbre e a mantenere idratati i pazienti. Le persone che sono guarite ce l’hanno fatta grazie al loro sistema immunitario che è riuscito a rendere innocuo il virus, superando l’infezione proprio come avviene con le normali influenze. La guarigione, quindi, è strettamente legata allo stato di salute degli individui e i giovani hanno più possibilità di sopravvivere rispetto agli anziani.
Il contagio si verifica quando si entra in contatto con fluidi corporei infetti, vale a dire sangue, vomito, urina, feci, sperma, saliva, lacrime e latte materno. Non c’è trasmissione del virus per via aerea, ma soltanto se uno di questi fluidi può entrare in contatto con le mucose o con qualche ferita aperta.
L’ebola, dunque, si può contrarre facendo sesso con una persona malata, ed è bene sapere che il virus, dopo la guarigione, può sopravvivere nello sperma sino a 3 mesi. Un bacio o la condivisione del cibo può portare al contagio, così come il contatto con le superfici in cui si è venuto a depositare il fluido di persone infette, come ad esempio le maniglie delle porte o le tastiere dei bancomat. Il virus è capace di sopravvivere diverse ore all’esterno e toccare superfici infette e poi gli occhi o la bocca potrebbe portare al contagio. Se si prende parte ai riti di pulizia del cadavere di un soggetto morto di ebola, ci sono buone probabilità di venire contagiati. In effetti è proprio questa la circostanza che ha portato alla rapida diffusione del virus in Africa, nei paesi dove esistono particolari rituali funebri.
L’ebola si contrae solamente dalle persone che già hanno manifestato sintomi: prima di questi ultimi, i fluidi non sono contagiosi poiché il virus non ha colonizzato ancora l’organismo. Al momento esiste solo un farmaco di tipo sperimentale, lo “ZMapp“, che riesce a mantenere il virus sotto controllo dopo il contagio, ma ha funzionato solo su alcuni pazienti mentre non è riuscito ad evitare la morte di altri.
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