Hillary Clinton ha puntato decisamente il dito contro i servizi di spionaggio russi, rei di aver proceduto al furto di oltre 20.000 mail dai server del Democratic National Commitee.
Il comitato, nell’ambito delle elezioni presidenziali è importantissimo, avendo al suo interno i dati sensibili dei sostenitori democratici, dati che nell’ottica della campagna presidenziali possono essere basilari allo scopo di impostare la campagna elettorale che porterà all’elezione del prossimo presidente americano.
La Clinton nella sua particolareggiata accusa fa notare come il furto si riconducibile ai russi non solo per gli orari in cui questo è avvenuto, ma anche perché le tastiere utilizzate per “hackerare” i server siano principalmente in cirillico.
La notizia viene legata al candidato repubblicano Trump, il quale non ha mai nascosto la sua ammirazione verso il presidente russo Putin, ammirazione che potrebbe portare in caso di elezione di Trump a un avvicinamento delle due super potenze.
Il sospetto neppure tanto taciuto dallo staff dell’ex segretario americano, è quello che il furto sia stato commissionato dagli uomini del magnate della grande mela, allo scopo di mettere le mani sul programma elettorale della sua sfidante.
Dell’attacco se ne stanno occupando diverse agenzie americane (non ultima l’FBI), gli agenti federali hanno però consigliato al comitato democratico di innalzare il livello di sicurezza dei propri server, non potendo escludere altre azioni nel breve periodo.
Nessuna dichiarazione è giunta da parte del governo russo, lo staff di Trump ha invece ironizzando sulla questione, e anche se ha confermato la vicinanza verso le alte sfere russe, non è entrato nel merito della polemica inerente al furto.