Nonostante l’ostruzionismo degli oppositori il Jobs Act ha incassato la fiducia del Senato e ora Renzi e il Governo guardano avanti con maggiore ottimismo. Un’approvazione scontata ma dai numeri ancora più incoraggianti del previsto: 165 voti favorevoli ,11 contrari e 2 astenuti. Primo passo per il testo di legge anche se la strada è ancora lunga. Atteso per i prossimi mesi il decisivo passaggio alla Camera dei Deputati. I decreti delegati, ricordiamo che il Jobs Act è una legge -delega, comprenderanno anche il delicatissimo quanto contestato tema dell’art.18. Diverse le novità previste dalla riforma, comprese quelle dell’ultim’ora.
Cassa Integrazione e ammortizzatori sociali
Le imprese che hanno chiuso le attività o anche ceduto un solo ramo della propria azienda non potranno più far ricorso all’istituto della cassa integrazione. Limiti per l’accesso alla cassa anche per le imprese che prima non hanno fatto ricorso ai cosiddetti contratti di solidarietà, basati sulla diminuzione dell’orario lavorativo per scongiurare i licenziamenti. Prossimo obiettivo del Governo proprio i fondi di solidarietà, già inclusi nella riforma Fornero ma ancora fermi al palo. Forte quindi l’impegno dell’esecutivo anche per ciò che riguarda gli ammortizzatori sociali. Nelle intenzioni del Governo c’è la prospettiva di allargare i sussidi di disoccupazione ad altre categorie di lavoratori che ad oggi non percepiscono le relative indennità. Un altro obiettivo è quello di garantire alle fasce di cittadini più disagiate una specie di reddito minimo. Una misura che dovrebbe essere applicata per gradi e in via sperimentale. Per poter usufruire di tale sussidio gli interessati dovranno impegnarsi a cercare un’occupazione.
Contratti
In arrivo novità anche per i contratti. Si va verso l’istituzione di contratti a tutele crescenti. Tipologie contrattuali per i nuovi assunti prive delle garanzie contro i licenziamenti previsti oggi dall’art.18. In programma anche una semplificazione dei contratti precari.
Mansioni
Allo studio del Governo una sorta di flessibilità. Modifiche che dovrebbero consentire alle imprese di spostare un lavoratore da un reparto all’altro o cambiargli i compiti con maggiore facilità. Dalla revisione saranno tutelati gli interessi dei dipendenti e le loro professionalità. Tutto questo, fermo restando che i contratti collettivi di lavoro potranno fissare regole diverse rispetto a quanto stabilito dal decreto.
Agenzia per il lavoro
I servizi di collocamento saranno sostituiti dall’Agenzia nazionale per il lavoro, una struttura che si interesserà tra l’altro delle indennità di disoccupazione. Un sussidio garantito solo a chi si impegna a cercare un nuovo posto di lavoro. I disoccupati saranno, inoltre, invitati a seguire i corsi di formazione professionale. In questa logica allo studio misure incentivanti per le agenzie di formazione in grado di trovare al disoccupato una nuova occupazione.
Assegni di maternità
Buone notizie per le future mamme perché nelle intenzioni dell’esecutivo c’è la voglia di estendere gli assegni a quelle lavoratrici parasubordinate e precarie che ad oggi non li percepiscono. Un’altra misura prevista è quella che prevede una sorta di solidarietà tra i lavoratori delle imprese attraverso la cessione delle ferie.
In sintesi sono queste le novità di maggiore rilievo incluse nella riforma. I prossimi mesi e il passaggio della legge alla Camera dei Deputati saranno decisivi per la sorte del Jobs Act. Non resta che attendere gli sviluppi futuri.
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