Matrimoni gay: Chiesa spaccata, per Bagnasco “cavalli di Troia” volti alla distruzione della famiglia
Nonostante le sempre più frequenti aperture da parte di Papa Francesco, la Chiesa sembra mantenere un atteggiamento ancora fermamente contrario ai matrimoni gay.
Le ultime affermazioni in ordine di tempo sono quelle del cardinal Bagnasco, secondo il quale la creazione di nuove figure porta ad “indebolire la famiglia“.
Il Presidente della “Cei” giudica irresponsabile un atteggiamento volto all’indebolimento di quello che viene considerato “il nucleo portante” per gli esseri umani. Le dichiarazioni del Cardinale sono giunte durante l'”Assemblea straordinaria dell’Episcopato Italiano” tenutasi ad Assisi. Secondo Bagnasco, l’accettazione da parte dei Comuni dei matrimoni fra omosessuali che sono stati celebrati in altri Paesi sono soltanto dei “pretestuosi distinguo” che puntano a confondere la gente, agendo come “il classico cavallo di Troia“. Secondo la visione del porporato, la famiglia rimane “il presidio del nostro Paese” e consente alle persone di non sentirsi allo sbando e abbandonate, in preda ai problemi e all’ansia di un periodo storico particolarmente difficile come questo.
La riflessione di Bagnasco ha poi coinvolto anche i figli, considerati soggetti delicati e deboli che:
“Hanno bisogno di una mamma e di un papà” e non si tratta di oggetti da “pretendere o contendere”.
L’alto prelato ha quindi rivolto un messaggio alle famiglie, dicendo di conoscere bene i sacrifici compiuti ogni giorno e ringraziandole per questo “a nome della comunità cristiana“, composta e resa attiva da molte di queste. Perciò Bagnasco ha rivolto pure un appello alla politica, affinché ascolti le sofferenze e intervenga per contrastare le difficoltà economiche che incidono pesantemente sulle famiglie italiane. Nel discorso dell’arcivescovo di Genova c’è spazio anche per i giovani ed in particolare per la disoccupazione a livello giovanile, un vero e proprio dramma secondo Bagnasco, il quale afferma che a causa della crisi economica “stiamo perdendo una generazione“.
La conclusione è dedicata al problema dei Cristiani perseguitati da coloro che vogliono eliminarli dalla Terra Santa e da “altre regioni dei Balcani e del Medio Oriente” tramite una persecuzione definita “brutale“.