Gli scienziati possono tornare a sognare sulla presenza di vita su Marte grazie alla scoperta del rover Curiosity. Pare infatti sia stata registrata la più alta concentrazione di metano rilevata nella storia del pianeta. Gli studiosi continuano dunque a ipotizzare come la vita su Marte possa essere legata alla presenza di queste fonti inorganiche registrate. La concentrazione rilevata da uno degli strumenti del rover è pari a 21 parti per miliardo di unità di volume, praticamente il doppio dell’ultima registrazione effettuata più di dieci anni fa.
Questa nuova scoperta non fa altro che confermare molte delle teorie portare avanti dagli scienziati e di avanzare ulteriormente verso la scoperta dei segreti del pianeta rosso. Logicamente non bisogna immediatamente collegare la presenza di metano alle forme di vita ma è necessario analizzare ogni dato con attenzione. Gli studiosi avanzano cautamente delle affermazioni che sottolineano come vi sia la necessità di nuove analisi e misurazioni sul pianeta.
A questo potrebbe servire la prossima missione ExoMars del 2020 organizzata da Roscosmos, agenzia russa, che andrà a portare avanti delle operazioni fondamentali per le nuove scoperte. L’obbiettivo della missione sarà infatti di scavare con delle trivelle arrivando sino a due metri di profondità per verificare la presenza di batteri o tracce di altre fonti inorganiche.