Omicidio stradale: pene sino a 18 anni, arresto in flagrante e pene durissime per chi fugge. Ora il ddl alla Camera
Dopo il via libera dato dall’assemblea di Palazzo Madama, per il reato di omicidio stradale, ora teoricamente si rischiano un massimo di 27 anni di carcere, ma più realisticamente la pena massima dovrebbe arrivare a 18 anni, in quanto per arrivare al massimo della pena prevista dalla cornice edittale dovrebbe esserci una serie di concomitanze difficilmente realizzabili.
L’approvazione del ddl da parte del Senato, va comunque nella direzione che era stata richiesta fortemente da parte di molti cittadini, per far fronte ai pirati della strada. Ora il provvedimento passa all’esame della Camera dei Deputati che dovrà dare il si definitivo. Il cammino del ddl al Senato non è stato però “rose e fiori” per l’esecutivo, che è andato “sotto” in due votazioni su emendamenti nei quali almeno 70 esponenti del PD ed altri 20 di Ncd, le due forze di maggioranza, non hanno seguito le indicazioni che erano state date dall’incaricato governativo. Si è trattato dell’eliminazione del “giro di vite”, che era previsto in origine nei confronti di quelle persone che in veste di conducenti avessero procurato la morte di altri nelle occasioni di “attraversamento con semaforo rosso“, oppure di sorpasso in presenza di strisce pedonali, ed anche di inversione di marcia.
Il capo del governo Renzi, si è detto soddisfatto dell’approvazione da parte del Senato, con un messaggio postato su Twitter, nel qual esprimeva la soddisfazione per aver rispettato l’impegno preso in precedenza con i familiari delle molte vittime della strada che avevano sollecitato il provvedimento stesso. Non sono mancate naturalmente le polemiche ed alcuni hanno giudicato le misure fin troppo rigide, visto che equiparano il comportamento dei conducenti che provocano un incidente sulla strada a quello di chi più volte commette un’azione criminale. C’è quindi il rischio che a seguito di queste polemiche il ddl stesso possa essere modificato nel corso del suo iter presso l’assemblea di Montecitorio.
Da parte sua, il relatore della maggioranza, sostiene che le modifiche che potrebbero essere apportate alla Camera dei Deputati, saranno sicuramente di minima entità e non stravolgeranno l’impianto della legge. Nel dettaglio, la pena massima, quella dei 27 anni, è comminabile a chi uccide più persone, guidando sia con un grado “alcolemico” maggiore di 1,5, oppure sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, e che inoltre fugga dopo aver causato l’incidente. Se la vittima dell’incidente è una sola, la pena scende tra gli 8 ed i 12 anni di carcere, ed anche in questo caso la fuga è un’aggravante che può far salire la pena fino a 18 anni. Oltre al carcere è previsto anche il ritiro della patente, che può andare dai 15 ai 30 anni e che viene attuato dopo che la condanna è divenuta definitiva. In attesa della sentenza definitiva può essere comunque disposta la sospensione della patente stessa, per un massimo di 5 anni, in presenza di vittime o feriti. Una volta approvato definitivamente il ddl porterà a modifiche anche del codice penale come l’arresto in flagranza per i colpevoli di omicidio stradale. Per quanto riguarda le lesioni personali relative ad un incidente stradale, la pena applicabile va da un minimo di 2 anni di reclusione ad un massimo di 4, ed anche in questo caso l’aggravante della fuga porta ad un aumento fino ad un massimo della metà della pena originaria.
L’approvazione del ddl ha visto anche grande soddisfazione da parte delle associazioni che avevano raccolto circa 80 mila firme per questa legge ed avevano anche inventato il termine “Omicidio Stradale“. I rappresentanti di queste associazioni hanno dichiarato di voler analizzare nel dettaglio quanto deciso, ma nello stesso tempo sono soddisfatti dal fatto che i punti importanti richiesti siano stati recepiti nel testo del ddl.
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