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Parigi. Scontri alla vigilia di COP21: la polizia arresta 317 manifestanti violenti

Parigi non trova pace. A due settimane dal famigerato venerdì 13 novembre, la città è ancora in allerta. Hollande ha comunicato al Consiglio d’Europa l’intenzione di adottare “un certo numero di misure prese nel quadro dello Stato d’emergenza decretato a seguito degli attentati terroristici di Parigi”. Derogate dunque temporanamente alcune libertà, tra cui quella di manifestare pubblicamente per motivi di sicurezza, molti ambientalisti hanno manifestato il dissenso pacificamente, allineando migliaia di scarpe e tenendosi silenziosamente per mano. La catena umana è stata interrotta davanti al Bataclan, per rispetto alle 89 persone uccise nel teatro.

Purtroppo la protesta pacifista è stata rovinata da elementi violenti, anarchici e anti-capitalisti, spesso a volto coperto, che hanno lanciato, in totale spregio alle vittime del terrorismo, tutto quello che i parigini avevano lasciato per ricordare i loro morti: scarpe, fiori e vasi. La polizia ha risposto con cariche di alleggerimento e lacrimogeni, ma nessuno è rimasto ferito, a parte qualche lieve contusione superficiale.

Così Place de la Republique, nelle ultime due settimane punto di aggregazione e simbolo di unione dei parigini dopo gli attentati, diventa teatro di scontri “doppiamente scandalosi” alla vigilia del COP21: Hollande, che ha deciso di non rinunciare alla Conferenza sul Clima nonostante lo stato di emergenza, commenta duramente le manifestazioni violente avvenute ieri pomeriggio, che non hanno avuto alcun rispetto non solo per l’intenzione dei capi di stato di cercare soluzioni per i problemi climatici del pianeta, ma anche per i morti di Parigi e per i parigini stessi che li avevano omaggiati.

Il Presidente francese, assieme ai rappresentanti di 193 Paesi, tra cui Barack Obama e Vladimir Putin, il leader cinese Xi Jinping e quello indiano Narendra Modi, apre i lavori da oggi all’11 dicembre, in cerca di un accordo globale che ha l’ambizioso obiettivo di salvare la Terra, preda di cambiamenti climatici che stanno distruggendo interi ecosistemi e rendono invivibili ampie zone prima abitate.

Tutti i maggiori capi di Stato , tra cui anche il nostro premier, Matteo Renzi, ed il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, auspicano che l’accordo raggiunto sia “vincolante” e credibile.