Putin fa marcia indietro e blocca l’autostrada del gas

Nei già difficili e delicati rapporti tra Europa e Russia per via della situazione Ucraina, un nuovo colpo di scena blocca il progetto del gasdotto South Stream da 16 miliardi che vedeva anche l’Italia e l’Eni in prima fila.

Vladimir Putin, infatti, ruggisce contro l’Europa e, dettosi stanco dell’ostruzionismo dell’Unione economica europea blocca il progetto per l’approvvigionamento di gas. Il leader del Cremlino si dice infatti costretto a bloccare la costruzione del gasdotto per via della reazione europea alla crisi Ucraina che ha indotto l’UE anche a fare pressioni sulla stessa Bulgaria, che non ha ancora concesso alla Russia il permesso di far passare la costruzione sul proprio territorio nazionale.

Inoltre, Putin torna a infierire e stuzzicare i membri della Commissione Europea suggerendo alla stessa Bulgaria di presentare un’istanza per ricevere un risarcimento per i mancati guadagni che la nazione avrebbe appunto ottenuto grazie al progetto South Stream.

Gli annunci al veleno di Putin contro il Vecchio continente sono partiti in occasione della sua visita ad Ankara, durante la stessa conferenza stampa organizzata congiuntamente a Recep Tayyp Erdogan. Putin sceglie tale occasione per confermare la sua volontà di bloccare il progetto, in quanto lo stesso leader ha confermato di voler destinare gli investimenti e le risorse della Russia non più a favore dell’Europa ma della stessa Turchia. Durante la conferenza, Vladimir Putin annuncia la costruzione di un nuovo gasdotto che colleghi la Russia con la Turchia, oltre ad una fornitura con un surplus di 3 miliardi di metri cubi per la nazione beneficiaria con in più uno sconto del 6% sul prezzo concordato con il Vecchio continente.

Il capo di Gazprom, Alexey Miller annuncia infatti che la costruzione di tale gasdotto greco-turco andrà a coprire la crescente domanda Turca e non solo, dato che stima una capacità del progetto di trasportare ogni anno 63 miliardi di metri cubi di metano.