Riforma scuola: salta il dl, a rischio precari e bonus paritarie. Slittano le 150 mila assunzioni ?
L’intervento sulla scuola da parte dell’esecutivo, che doveva avvenire attraverso due provvedimenti, ovvero un decreto legge e un disegno di legge, si concretizzerà invece solo nel secondo.
A volere questo cambio di strategia, che porterà il Governo a varare soltanto il disegno di legge, chiedendone in calce al Parlamento una discussione e approvazione in tempi che non si dilatino troppo, sarebbe stato il premier Matteo Renzi in persona. Il motivo di questa decisione è stato spiegato dal Premier con la volontà di lanciare un messaggio distensivo al Parlamento, rendendo partecipi le opposizioni e rispondendo così a quelle che sembra sia un auspicio del neo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Alcuni dei provvedimenti che sarebbero dovuti confluire nel decreto legge potrebbero a questo punto essere inseriti nel disegno di legge che andrà all’esame delle aule parlamentari: tra questi i maggiori “indiziati” sono il disegno di riforma dell’infanzia (allo studio un singolo percorso educativo che andrà dagli o ai 6 anni), la creazione di un testo unico in cui riordinare la disordinata normativa scolastica e tutta una serie di provvedimenti specificatamente studiati per garantire il diritto all’istruzione, anche ai soggetti affetti da una disabilità.
Tuttavia questo cambio di strategia comporta alcune problematiche, tra le quali la possibilità che le 150 mila assunzioni garantite dall’ Esecutivo per l’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre 2015, potrebbero andare incontro a un nuovo slittamento. Ma questo non è l’unica “grana” che il premier Matteo Renzi e il suo Governo potrebbero dover affrontare con la decisione di non servirsi del decreto legge: a rischio, infatti, vi sono anche le detrazioni fiscali che erano allo studio per quei genitori che dovessero fare una scelta educativa per i propri figli consistente nel farli iscrivere a un istituto scolastico rientrante nel novero delle cosiddette scuole paritarie. Questa possibilità aveva ovviamente scatenato diverse polemiche, ma era stata fortemente caldeggiata dal titolare del dicastero dell’Istruzione.
E secondo alcuni retroscena Stefania Giannini si sarebbe detta “perplessa e basita” per questa improvvisa decisione del Presidente del Consiglio, il quale avrebbe cambiato idea sulle modalità attraverso cui intervenire sul mondo della scuola, senza nemmeno consultarsi con lei e con i tecnici del ministero che dirige. Secondo alcune indiscrezioni il Ministro starebbe provando in queste ore, prima che arrivi l’annuncio ufficiale da Palazzo Chigi, a convincere il Premier a presentare un decreto legge almeno per quanto concerne le assunzioni dei precari della scuola. Questa scelta sarebbe caldeggiata anche da parte del PD, perchè secondo molti, facendo confluire anche questo provvedimento in un disegno di legge, si rischia seriamente di non riuscire a porre in essere la stabilizzazione promessa entro il prossimo anno scolastico, creando così ulteriori disagi a un mondo, quella della scuola pubblica, già alle prese con molte difficoltà.
Ma la riforma della scuola, con tutte le problematiche e le polemiche di cui abbiamo accennato, non è l’unico dossier su cui il governo sta lavorando alacremente in questi giorni. L’esecutivo guidato da Matteo Renzi, il quale oggi sarà in missione prima in Ucraina e poi in Russia, sta infatti ultimando e limando anche il cosiddetto “Piano per la banda larga“.
Nel testo che è ormai vicino a essere presentato non sarà però presente il cosiddetto “switch off dal rame alla fibra” e altri provvedimenti di cui in questi mesi si vociferava. A renderlo noto è stato Antonello Giacomelli. Il Sottosegretario ha infatti fatto presente che quello che il Governo ha allo studio è un piano attraverso cui si arrivi a incentivare una politica di investimento in questo ambito e non il contrario.
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