Il ministero della Difesa di Tunisi ha confermato che l’attacco portato dall’Isis all’esercito del paese africano, nella cittadina di Ben Guerdan, la più vicina al confine tra i due paesi, si è concluso con la morte di 53 persone, 35 delle quali miliziani dell’Isis, mentre 7 sono i civili che sono rimasti uccisi, tra cui una bambina dell’età di 12 anni. Altri sei jihadisti sono invece stati catturati dall’esercito tunisino dopo essere stati feriti.
Secondo le fonti tunisine, il tentativo dei miliziani era quello di instaurare nella zona “un califfato”. I miliziani sono entrati in Tunisia passando per Ben Guerdan, la prima cittadina che si trova dopo aver passato il confine ed hanno attaccato le forze armate tunisine. Dopo essere stati respinti dall’esercito, i miliziani hanno attaccato i civili e le loro abitazioni, provocando diversi morti. Secondo il ministero della Difesa ora la situazione nell’area in cui sono avvenuti gli scontri è “sotto controllo”, ma nella città di Ben Guerdan è stato dichiarato il coprifuoco, che dura fino alle 5 del mattino.
Intanto il premier tunisino, Habib Essid, ha riunito urgentemente il Consiglio di Sicurezza e per una maggiore sicurezza le autorità del paese africano hanno provveduto a isolare il resort che si trova a Djerba, che dista circa 130 chilometri dal luogo degli scontri, ed è una delle mete turistiche preferite sia dalla popolazione locale che dai turisti internazionali.
Secondo il premier tunisino, la mossa degli estremisti islamici tende a destabilizzare la Tunisia, nel tentativo di instaurare un “califfato”, ma il suo paese non rinuncerà mai alla sua democrazia. Nello stesso tempo, gli abitanti della regione potranno segnalare dei movimenti sospetti, od altri eventuali problemi che dovessero accadere, tramite un numero verde che è stato messo a disposizione dal ministero dell’Interno tunisino. Da parte dell’ospedale di Ben Guerdan è partita anche la richiesta a tutto il paese per donazioni di sangue. Quanto accaduto non è ancora del tutto chiaro, ma è certo che nelle ultime settimane in questa località di confine si sono avuti nel corso delle ultime settimane due incursioni armate, e sembra possibile che si tratti di combattenti tunisini addestrati nelle file dell’Isis nei campi libici, che stanno tentando di fare ritorno in patria.