Fra le diverse cause dell’obesità, potrebbero esserci le nonne.
Ma non, come si sarebbe portati a pensare, perché cucinano pranzi luculliani e stanno sempre attente affinché i nipoti si alimentino con costanza; no, la causa potrebbe risiedere in un ormone, la leptina, che regola l’appetito. In che modo sono collegati le nonne e i livelli di leptina nei nipoti? A dircelo è una ricerca sulle pecore pubblicata di recente sull'”International Journal of Obesity”. In sostanza, se una pecora in gravidanza è obesa, la sua condizione di sovrappeso potrebbe incidere sul profilo metabolico delle nipoti femmine. I maschi, dunque, sarebbero salvi. Lo studio è stato condotto dall’Università del Wyoming, durante il quale sono stati confrontati un gruppo di pecore sovra-nutrite e un altro gruppo, invece, alimentato in maniera normale. Il peso alla nascita fra le nipoti dei due gruppi non cambiava granché, ma le nipoti delle pecore obese avevano livelli di adiposità più alti e nel sangue concentrazioni più alte di insulina e glucosio.
Nei mammiferi c’è un ormone che coordina le strutture celebrali e controlla l’appetito, la leptina appunto, che aumenta nelle prime settimane di vita. L’obesità provocata da un’alimentazione eccessiva può alterare il livello della stessa, aumentando la suscettibilità all’appetito e all’adiposità. Ma come può il regime alimentare di un mammifero in gravidanza influire sull’appetito dei futuri nipoti? Per spiegare appieno tale passaggio sono necessarie verifiche e ricerche ulteriori, per capire quanto siano coinvolti i meccanismi epigenetici. Ciò che si può affermare al momento è che l’obesità non modifica il Dna della pecora, ma potrebbe attivare o disattivare gli “interruttori” in alcuni geni e tali modifiche possono essere ereditabili.