Negli USA è la giornata delle elezioni di “midterm”, con le quali si delineerà la composizione di Camera e Senato, con cui il presidente americano Barack Obama, dovrà “convivere” negli ultimi due anni del suo secondo mandato presidenziale.
Secondo gli opinionisti americani, queste elezioni rappresentano un vero e proprio “referendum” sulla gestione del presidente, e secondo i sondaggi l’opposizione dovrebbe uscire vincente dalle urne. L’esito del voto di “midterm”, dovrebbe consentire al partito repubblicano di consolidare ancora di più la maggioranza che già detiene alla Camera, mentre al Senato, ora a maggioranza democratica, potrebbe avvenire il sorpasso.
Una situazione che renderebbe difficile il lavoro di Obama negli ultimi due anni, alle prese con una assemblea legislativa di segno opposto al suo partito. I sondaggi svolti negli ultimi giorni parlano di un partito repubblicano che si trova in vantaggio in almeno 7 dei 10 stati principali, quelli che portano più membri all’assemblea. Una previsione, quella fatta dal “mago delle previsioni” Nate Silver, accredita i repubblicani di un 70% di possibilità di conquistare la vittoria in queste elezioni.
Nelle file del partito democratico comunque si spera ancora, in quanto proprio i sondaggi che danno in vantaggio il partito repubblicano, mostrano come la differenza in termini di percentuali sia minima e dunque ribaltabile nel segreto dell’urna. Anche i repubblicani non sono del tutto tranquilli, in quanto tornano con la mente al 2012, quando il loro candidato Mitt Romney era in vantaggio nelle previsioni su Barack Obama, ed uscì poi nettamente sconfitto dal responso delle urne, con il presidente uscente che mise a segno una volata eccezionale.
In passato le elezioni di “midterm, significarono la perdita della maggioranza anche per altri presidenti, George Bush, Ronald Reagan e Bill Clinton, a dimostrazione di come il voto dei cittadini americani sia molto “variabile”. La distanza tra i repubblicani e la maggioranza in Senato ( 51 seggi ) è solo di 6 seggi, e 4 di questi sembrano poterli conquistare con facilità: sono quelli di West Virginia, Montana, Arkansas e South Dakota. Per i due restanti le possibilità di successo riguardano altri 6 stati, Iowa. Colorado, Alaska, North Carolina, New Hampshire e Louisiana. I repubblicani devono comunque stare attenti alle insidie di tre stati da sempre in mano loro come Kentucky, Kansas e Georgia, dove potrebbe accadere il ribaltone contrario.
Nella notte arriveranno i primi exit-poll, e domani mattina i risultati definitivi, che ci diranno come Obama potrà governare gli USA nei prossimi due anni.
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