APPELLO A SORPRESA – Dopo che, lo scorso venerdì, la Corte d’Appello di Roma aveva dichiarato “non colpevoli per insufficienza di prove” tutti i medici imputati per la morte di Stefano Cucchi, sono arrivate le parole della seconda carica dello Stato.
“Voglio fare un appello – ha esordito, rivolto ai giornalisti presenti – Alcuni rappresentanti delle istituzioni sono chiaramente coinvolti in questo caso. Chi sa, parli. Lo Stato non può sopportare una violenza impunita”
Le parole di Grasso hanno subito avuto una vasta eco su giornali ed agenzie di stampa, tanto che lo stesso premier Matteo Renzi, in serata, è tornato sull’argomento:
“Lo Stato è chiaramente responsabile, perché quel ragazzo è morto mentre era nelle mani dello Stato”,
ha detto nel corso di un’intervista concessa a Massimo Giannini durante ‘Ballarò’.
L’APPREZZAMENTO DELLA SORELLA –
“Che si abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità”
dopo questa uscita a sorpresa, oggi il Presidente del Senato incontrerà Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, che si era detta ‘presa in giro’ dalla sentenza e, assieme ai suoi legali, sta già preparando il ricorso in Cassazione, l’ultimo grado di giudizio.
“Ho apprezzato molto le parole di Grasso – ha detto Ilaria Cucchi – È un grande magistrato e penso mi possa capire: andiamo da lui anche per parlargli del fallimento della Procura di Roma”.
LA PROTESTA SUL WEB – Nel frattempo, monta sui social network la protesta a seguito della sentenza. #SonoStatoio, scritto volutamente con la ‘s’ maiuscola, è l’hashtag più usato da molti internauti, che si son fatti fotografare con un cartello recante questo messaggio.
A scatenare la nuova ondata di indignazione sono state anche, nei giorni scorsi, le affermazioni di Giuseppe Pignatone: il procuratore capo di Roma, dopo aver promesso che gli atti del processo sarebbero stati rivisti senza pregiudizi, ha anche aggiunto che i pm incaricati dell’inchiesta godono della sua fiducia, avendo svolto ‘un lavoro egregio‘.