Sono tante le band che tornano a farsi sentire dopo anni di riposo, i Simple Minds, dopo circa cinque anni, occupano di nuovo gli scaffali di musica con il loro nuovo disco, “Big Music”. È un disco che trasporta il loro passato avanti negli anni, immerge l’ascoltatore tra le note dei loro accordi, del loro vecchio stile, ma al tempo stesso vuole fonderlo con qualcosa di nuovo; non bastano forse più le atmosfere classiche ai Simple Minds o forse vogliono rinnovarsi lasciando pur sempre qualcosa del passato, fatto sta che il nuovo album regala il sound degli anni ’80 e anche quello contemporaneo.
Come dice il cantate stesso, Jim Kerr, in un’intervista al Tgcom24, l’intenzione era quella di racchiudere la loro essenza in questo nuovo disco, mirando al futuro, ma senza diventare nostalgici del passato.
Insomma, una band che, con i tempi che corrono e la sempre più elevata commercializzazione della musica, rimane a testa alta continuando a farsi ascoltare in radio, senza però essere costretta a cambiare.
La musica è cambiata, lo afferma anche Kerr, dicendo che ai suoi tempi, per diventare famosi, bisognava andare in giro per qualsiasi locale e dividere le spese di viaggio, che non sempre era piacevole.
E quella ‘cultura’ è andata perdendosi nel tempo, probabilmente con l’avvento sempre maggiore della tecnologia, della condivisione in tempo reale, dei mass media che lanciano nuovi ‘artisti’ un giorno sì ed uno no.
Kerr aggiunge che è difficile emergere nel mondo della musica per alcune band, ma se si sceglie la corrente adatta, si può scorrere verso il successo in poco tempo e riempire il Madison Square Garden suonando solo chitarra acustica. Ma sicuramente non è la stessa musica di un tempo.