Donna

Anoressia nervosa: anche il tatto è alterato

L’anoressia è un disturbo alimentare sempre più diffuso nel mondo contemporaneo. Si tende spesso a far coincidere il termine anoressia, di per sé la mancanza di appetito e il dimagrimento dovuto a tanti disturbi e patologie fisiche, con anoressia nervosa, che invece è il rifiuto del cibo per una spiccata paura di ingrassare.

Al giorno d’oggi sono sempre più frequenti i casi di anoressia nervosa (che insieme alla bulimia è uno dei disturbi alimentari più diffusi e pericolosi), spesso determinati da bassa autostima, traumi della prima età e dalla tendenza della società contemporanea a lanciare messaggi di magrezza estrema come fondamento della bellezza, dell’inclusione sociale, dell’accettazione da parte degli altri.

Si è sempre stati soliti pensare che il disturbo dell’anoressia riguardasse solo un’immagine distorta che il soggetto percepisce di sé quando si guarda allo specchio: vedersi grassi nonostante la lampante magrezza.

Un nuovo studio condotto dallo psichiatra italiano Santino Gaudio e dalla sua equipe di ricercatori ha invece svelato un nuovo aspetto, fondamentale per i prossimi studi sul disturbo. Stando alle ricerche dello psichiatra italiano, non solo ci si percepisce grassi davanti allo specchio, bensì ci si sente grassi anche al tatto.

L’anoressia porta con sé una errata percezione dello spazio e delle grandezze, tanto che molte donne hanno la sensazione, toccando parti del loro corpo come fianchi e gambe, che il loro corpo sia più grande e grasso di quanto in realtà non sia.

Secondo Santino Gaudio, il suo studio sull’anoressia ha portato a risultati simili a quanto accade ai soggetti che subiscono un ictus. Queste persone, infatti, mostrano un deficit nel percepire le misure, gli spazi, l’orientamento del proprio corpo.

Lo studio dello psichiatra può essere una svolta nella cura dell’anoressia, poiché risulta necessario affrontare una rieducazione sensoriale del soggetto affetto da questo disturbo alimentare. Di fatti, secondo Gaudio, non basta affrontare l’aspetto psicologico della ricerca di un modello di perfezione da raggiungere da parte del paziente (certamente importante), ma contestualmente si deve agire sulle propria percezione sensoriale che tende a distorcere il modo di valutare il proprio corpo. Questo è un punto cardine della riabilitazione del soggetto.

1 Comment

Leave a Response