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In Italia presenti circa 33.600 siti di amianto, ma sono poche le bonifiche

Nuovi e scoraggianti dati quelli che mappano la situazione dei siti di amianto presenti sul nostro territorio nazionale e le relative bonifiche.

In Italia, si contano infatti ben 33.610 siti di amianto, di cui solo 832 sarebbero quelli bonificati e 339 quelli parzialmente bonificati. In realtà, tali dati sono assolutamente incompleti, in quanto molti sono quelli non ancora censiti. In alcune regioni particolari, infatti, da diversi anni si registrano delle gravissime mancanze di dati ed informazioni, che rendono così impossibile una corretta quanto utile mappatura.

Queste regioni sono la Calabria e la Sicilia, con alcuni sospetti sulla regione Campania. Quest’ultima ,infatti, dalle informazioni fornite e nella disponibilità del Ministero dell’Ambiente, sarebbe addirittura pulita di qualsiasi traccia di amianto, ma è recentemente parso che la situazione non sia quella descritta perché stanno spuntando fuori alcuni siti che contengono tale pericolosissima sostanza.

Dalle raccolte di informazioni ufficiali parrebbe comunque che circa il 50% di tali siti italiani sia concentrato nelle Marche e nell’Abruzzo, oltre che in generale su tutto il versante adriatico. Il primo problema è sicuramente quello delle risorse economiche che servirebbero per mettere appunto in regola e in sicurezza questo numeroso gruppo di siti pericolosi. Importante è sapere che questi siti spesso riguardano scuole, edifici sia pubblici che privati, ospedali, case di riposo, aree residenziali, industrie e tanto altro ancora.

Nonostante sia prevista una procedura ufficiale e nonostante vi sia l’obbligo da parte delle Regioni e delle Province autonome di presentare ogni anno i dati aggiornati entro il 30 giugno, lo stesso non si riesce ad avere informazioni adeguate e certe. Nel frattempo il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha presentato una domanda di fondi che ammonta a circa 360 milioni, che rientrano poi nel Fondo sviluppo e coesione 2014-2020.

Tali fondi dovrebbero servire a bonificare le aree:

Fibronit – Broni (PV),

Eternit Siciliana – Priolo (SR),

Eternit – Casale Monferrato (AL),

Cava Monte S.Vittore – Balangero (TO),

Eternit – Napoli Bagnoli,

ex Liquichimica – Tito (PO),

Fibronit – Bari,

Cave Monte Calvario – Biancavilla (CT),

Cave di Pietra – Emarèse (AO).

Nel frattempo, solo 22 discariche operative hanno smaltito tale pericolosi rifiuti nel 2010. Le discariche a disposizione sono infatti colme, peraltro negli ultimi tempi si sono esportate grandi quantitativi di rifiuti in paesi europei come la Germania e l’Austria.

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