LE NOVITÀ DEL’AUTOPSIA – Dopo giorni di illazioni, finalmente si comincia a fare luce su alcuni dettagli nel caso del piccolo Loris Stival, il bambino di 8 anni trovato morto sabato scorso in un fosso poco fuori dal comune ragusano di Santa Croce Caterina. Stando alla rilettura dei risultati dell’autopsia, viene confermata la prima ipotesi, vale a dire quella di “asfissia per strangolamento“. Tuttavia, la novità è che la morte non sarebbe stata provocata a mani nude, come si era precedentemente ipotizzato, ma tramite un laccio di plastica.
Inoltre, sul volto e sul collo di Loris ci sarebbero anche segni di graffi, che sarebbero stati provocati da un oggetto usato per tagliare proprio la fascetta che ha strangolato la vittima. Dettaglio non di poco conto: nel corso dei rilievi effettuati all’interno dell’abitazione degli Stival, è stato rinvenuto un paio di forbicine che verranno esaminate per verificare se possono aver causato i tagli sul volto di Loris.
LE DISCORDANZE NEL RACCONTO – L’altra novità è quella riguardante i verbali dell’interrogatorio della madre del bambino: anche per questo, i Carabinieri hanno voluto ripercorrere, ancora una volta, assieme a lei la strada fatta sabato mattina per rilevare alcune discordanze nel resoconto.
Almeno tre sarebbero le contraddizioni rilevate nel racconto. La prima riguarda la distanza a cui il bambino è stato lasciato dalla sua scuola; la seconda, invece, concerne un corso di cucina che, nella prima versione, la mamma ha affermato di aver frequentato subito dopo aver lasciato il bambino e, successivamente, di avervi partecipato solo dopo essere tornata a casa.
Infine, desta perplessità quel sacchetto dell’immondizia che sarebbe stato buttato lungo un tragitto insolito e lontano dalla scuola di Loris: il percorso, invece, sarebbe più compatibile con la strada che conduce al Mulino Vecchio, laddove è stato rinvenuto il cadavere.
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