Per Aldo, Giovanni e Giacomo stanco ritorno al cinema con “Il ricco il povero e il maggiordomo”. Recensione e trailer
E’ormai da una decina d’anni che le pellicole di Aldo, Giovanni e Giacomo, sembrano aver perso quel “quid” che li ha fatti tanto amare anche da chi è appassionato di cinema. E’probabilmente qualcosa di normale, poichè fa parte della carriera artistica di tutti coloro che sono sulla breccia da tempo, il ritrovarsi ad un certo punto con le idee che latitano: ma i tre comici hanno da qualche anno messo in fila film con sempre meno nerbo e logica. E questo “Il ricco il povero e il maggiordomo“, che arriva nelle sale a 4 anni dal loro ultimo film, sembra non aver invertito la tendenza.
Il film, infatti, pare risentire della stanchezza che già si è palesata nelle precedenti pellicole del trio: ovvero quello di essere strutturato su una comicità ormai parzialmente prevedibile e tale problema non viene superato neppure dalle gag messe in piedi da Aldo, Giovanni e Giacomo: perchè anche queste ultime sanno, spesso, di un qualcosa di già visto. Tuttavia il trio comico sembra salvarsi sempre in calcio d’angolo contando sul fatto che la loro è una comicità dove preponderante è, rispetto alla parola, la gestualità, l’azione e questorappresenta il principale ingrediente che il loro pubblico si aspetta da una loro pellicola o da un loro spettacolo teatrale.
Per quanto riguarda le vicende raccontante dalla pellicola, il titolo fa già comprendere come la storia ruoti intorno a tre figure tra loro molto diverse, le quali si troveranno a dover coesistere prima nell’opulenza e poi nella povertà. Il finale è ovviamente infarcito di buoni sentimenti, ma questo non è certo un male, visto che stiamo comunque parlando di una pellicola natalizia. Tuttavia, non si può tacere di come la trama non sempre appaia ben strutturata e come la sceneggiatura presenti diverse incongruenze, le quali vanno ad incidere pesantemente anche sulla coerenza dei personaggi. Per capire come il film risulti debole e le prove di Aldo, Giovanni e Giacomo siano al di sotto dei loro standard abituali, basti pensare che se i tre si fossero scambiati le parti e avessero interpretato un altro dei personaggi principali rispetto a quello a cui hanno effettivamente prestato volto e voce, nessuno avrebbe notato la differenza.
Insomma, questo film piacerà senza dubbio a quanti seguono con passione le vicende artistiche del trio, ma per chi invece cerca un film di Natale dove vi sia qualcosa di più di un finale ricco di buoni sentimenti, sarà necessario volgere l’attenzione verso altri lidi. Inoltre, le gag presenti nel film, accusano ormai la stanchezza causata dal tempo, perchè se potevano risultare gradevoli e divertenti sul finire degli anni ’90, appaiono ormai, talvolta, inflazionate e ripetitive, pagando il dazio che la comicità sconta al trascorrere del tempo, altro esempio lampante è lo scarso appeal che ormai ha il cinepanettone, per una crisi del genere che fino ad una decina di anni fa sembrava assolutamente impensabile il doversi trovare a commentare e ad analizzare.