L’agognata tredicesima una volta serviva per comprare i regali di Natale: oggi invece, con la crisi economica che morde, viene spesso utilizzata per poter coprire le spese legate alle necessità primarie della famiglia. Tuttavia, Francesca Lippi, insegnante toscana di poco più di 50 anni che deve fare i conti con uno status lavorativo a tutt’oggi ancora precario, si trova a dover fare i conti con una tredicesima che sa di beffa, visto che il suo ammontare è di un euro soltanto.
La protagonista di questa surreale vicenda ha affermato che nel momento in cui ha preso visione della busta paga nella quale era compresa anche la tredicesima è rimasta senza parole, non riuscendo a credere che l’ammontare della sua tredicesima fosse quella cifra pari ad un euro. Tuttavia, dopo aver fatto alcuni calcoli, si è dovuta arrendere all’evidenza: la sua tredicesima ammonta a poco meno di 500 euro e sommando da un lato le ritenute derivanti dall‘addizionale Irpef e da quella comunale sulla prima abitazione e dall’altro quelle previdenziali, in mano non le resta che la somma necessaria a pagarsi un caffè, quanto meno nelle città dove non ha ancora superato quella somma.
La donna ha affermato di sentirsi vittima di una presa in giro e ha dichiarato che sarebbe stato più rispettoso dirle che non aveva diritto a questa mensilità-extra che storicamente una volta veniva usata per gli acquisti natalizi. L’accaduto va ad aggiungersi ad una situazione già molto difficile, perchè l’insegnante ha un contratto di quattro mesi con un istituto scolastico toscano, in scadenza a Febbraio del prossimo anno e non ha ancora ricevuto nemmeno uno stipendio.
La donna, che ha un contratto part-time, ha affermato che non si aspettava certo una tredicesima sostanziosa, ma che quanto accaduto è lesivo della dignità di un lavoratore.