La ricerca medico-scientifica spesso smentisce ciò che si crede comunemente, e questo non è che uno dei tanti casi. Al contrario di ciò che si pensava, infatti, il tabacco trinciato e le sigarette rollate possono essere più pericolosi di quelli di tipo industriale.
La rivelazione arriva dalla Nuova Zelanda, per la precisione dalla “Victoria University” di Wellington, dove uno studio ha dimostrato che il tabacco artigianale genera una dipendenza maggiore in confronto alle sigarette dei pacchetti, poiché il tabacco in foglia contiene più catrame di nicotina se paragonato alle tradizionali sigarette. La maggior dipendenza è data anche dall’assenza di un filtro. Il responso finale dei ricercatori è chiaro: non c’è alcun tipo di tabacco che possa essere definito sicuro e privo di pericolosità per l’organismo umano.
La convinzione che il tabacco artigianale sia meno dannoso, però, ha portato ad un incremento significativo delle sigarette rollate, e i dati testimoniano una crescita anche per quanto concerne l’Italia. L’Istituto superiore di sanità ha rivelato al riguardo, infatti, che nel giro di un anno (complice anche la crisi ed il minor costo) il numero di consumatori di sigarette artigianali è raddoppiato, passando dal 9,6% del 2013 al 18% del 2014 e di conseguenza sono aumentate vertiginosamente le vendite di trinciato: nel giro di dieci anni c’è stato un incremento del 400%.
A scegliere il tabacco rollato, in Italia, sono soprattutto i giovani compresi in un’età fra i 15 ed i 20 anni. Questo spiega perché i ragazzi italiani sviluppano una dipendenza da nicotina in età sempre più precoce e se fino a ieri si pensava che fumando tabacco artigianale i pericoli per la loro salute fossero inferiori, oggi scopriamo che non è così. I ricercatori neozelandesi, dunque, mettono in guardia dal tabacco trinciato, i cui effetti possono essere dannosi al pari di quelli delle sigarette di tipo industriale.
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