Il comico francese Dieudonné arrestato per apologia del terrorismo per il caso Charlie Hedbo
La procura di Parigi ha messo sotto indagine il comico francese Dieudonné, che è stato arrestato in casa con l’accusa di apologia di terrorismo. Dieudonné nei giorni scorsi aveva pubblicato e poi ritirato, un post su Facebook, nel quale esprimeva la sua solidarietà a Amedy Coulibaly, l’autore della strage avvenuta nel negozio kosher di Parigi.
Dieudonné faceva un accostamento tra il settimanale Charlie Hebdo, oggetto dell’attentato ed il terrorista islamico, con la frase “Per quanto mi riguarda, mi sento Charlie Coulibaly”.
Il post è stato poi cancellato, ma la sua pubblicazione è stata sufficiente per l’intervento da parte della procura parigina. In precedenza, Manuel Valls, premier francese aveva negato l’autorizzazione agli spettacoli del comico, che viene considerato un antisemita. Il comico aveva fatto ricorso ad un tribunale amministrativo che aveva dato il “via libera”, poi annullato da una decisione del Consiglio di Stato.
Secondo il governo francese gli spettacoli di Dieudonné fomentano l’odio razziale, ma i tribunali in precedenza avevano comminato al comico solo delle multe. Ora il divieto per lo spettacolo “Le Mur”, è arrivato in quanto “pericoloso per l’ordine pubblico”. Dieudonné, in una sua dichiarazione dice di sentirsi un “perseguitato”, e che contro di lui è stato lanciato un linciaggio mediatico, oltre ai controlli fiscali sulle sue entrate, inchieste e perquisizioni, ed ora anche il divieto di rappresentare il suo spettacolo.
Nello stesso tempo, la Francia intera si è mobilitata per acquistare il nuovo numero di Charlie Hebdo. Prima dell’uscita del settimanale, davanti a moltissime edicole francesi si era già formata una fila per acquistarlo, ed è arrivato immediatamente l’esaurimento delle copie, nonostante la tiratura di 3 milioni di copie, un’enormità, visto che abitualmente Charlie Hebdo distribuiva in tutta la Francia circa 60 mila copie.
La caccia al nuovo numero del settimanale non ha risparmiato nessuna zona della Francia. La copertina del settimanale mostra una vignetta con il profeta Maometto in lacrime. Da parte dell’Unione degli ulema musulmani, organismo religioso del Qatar, arriva una nota nella quale si dichiara che non è “saggio” pubblicare dei disegni di Maometto, che sono occasione di offesa per il profeta ed attacco contro l’Islam.