UN ANNO DA RECORD – Andrew Hozier-Byrne, nome di battesimo di Hozier, il cantautore irlandese che, da alcuni mesi, sta spopolando sul web e nelle classifiche di tutto il mondo, è indubbiamente il personaggio del momento.
“Take Me To Church”, il singolo di lancio del suo primo disco da solista, intitolato programmaticamente “Hozier”, ha fatto registrare cifre da capogiro (sono quasi 80 milioni le views del videoclip sul proprio canale YouTube). E adesso è la volta dell’Italia: il 24enne di Bray -piccolo cento a sud di Dublino – è stato protagonista nel salotto di Fabio Fazio e ha rilasciato alcune interviste in cui ha presentato l’album che, dallo scorso 13 gennaio, è in tutti i negozi.
“Quando componevo quella canzone, ero felice di come stava venendo fuori: ma non avrei mai immaginato un successo del genere. Nonostante questi numeri straordinari, cerco di non pensarci e di tenere la testa sulle spalle. D’altronde sono impegnato già a scrivere delle nuove canzoni’, ha spiegato Hozier.
UN INNO GOSPEL ALLA LIBERTÀ – Parte del successo di “Take Me To Church” è legato anche al clip che accompagna la canzone e nel quale c’è una decisa critica dell’omofobia.
“Il video prendeva spunto dai recenti attacchi omofobici avvenuti in Russia, dove viene negata la possibilità di esprimere i propri sentimenti. In fondo, è un inno alla libertà di essere se stessi”,
racconta Hozier, soddisfatto di esser riuscito a trasmettere alla gente soprattutto l’onestà con cui ha scritto il pezzo.
E dopo che il suo indie-gospel con cui ha conquistato milioni di ascoltatori è stato paragonato nientemeno che a Van Morrison e Jeff Buckley, il musicista irlandese ricorda come proprio la musica black e il sound dalle radici afro-americane abbiano influenzato la sua formazione musicale:
“Io penso che il gospel non sia affatto un genere di nicchia. Ci sono armonie, i cori di persone che cantano insieme: e tutto questo ha un notevole impatto anche sul grande pubblico”.