Quanto tempo impiega un’azienda a scartare un candidato? Per valutare un curriculum bastano meno di nove secondi, per l’esattezza 8,8. A sostenerlo è uno studio condotto dal “National Citizen Service“, programma britannico che mette a disposizione dei giovani lavori volontari e periodi di formazione; secondo questo studio, dunque, agli esaminatori servirebbero poco meno di nove secondi per dare una valutazione al curriculum vitae presentato da un candidato.
Un processo che è stato definito “tinderizzazione“, in riferimento all’applicazione di appuntamenti Tinder, nella quale i possibili partner si rifiutano o approvano nel giro di pochi secondi. Su Tinder ad essere valutata è la foto: se il partner potenziale viene giudicato in maniera positiva, si procede e si guarda l’età, se anche questa viene approvata si può vedere il nome e a quel punto il profilo viene accettato.
La brevità è la chiave di un curriculum efficace, e lo conferma anche Aldo Magnone, socio da un decennio di Arethusa, azienda italiana che si occupa di consulenza nella ricerca e selezione del personale. Come illustra lo stesso Magnone, molte società sono dotate di software in grado di eliminare i curricula che si dilungano per più di due pagine. Per esaminare un curriculum, in media, si impiegano circa 60 secondi, dato confermato anche da Giovanni Carbone, partner associato di “Carter and Benson”, per il quale il tempo di valutazione di un curriculum oscilla fra 30 secondi e 1 minuto netto. In realtà, per scartare una candidatura potrebbero bastare anche 2 secondi soltanto:
“Per esempio se il candidato fa richiesta per un ruolo diverso da quello cercato”, afferma Carbone.
I tempi di valutazione, come si può notare, sono estremamente ridotti perciò è importante cercare di catturare subito l’attenzione dell’esaminatore, diciamo in meno di nove secondi. Lo sguardo di chi valuta il curriculum vitae, quindi, dovrà essere attirato dalle esperienze più significative, mettendo in neretto alcune delle parole chiave. Attenzione a non esagerare, però: sono sufficienti giusto un paio di parole, altrimenti l’effetto viene vanificato.
Il curriculum, inoltre, dev’essere innanzitutto serio, ma soprattutto il più possibile conciso: come abbiamo visto, l’eccessiva lunghezza potrebbe essere evidenziata già da un software e il cv scartato di conseguenza senza neppure essere letto. Ma anche in assenza di tale software, un curriculum troppo lungo ha buone probabilità di annoiare l’esaminatore, che boccerà il candidato poiché non ha il tempo di sfogliare pagine e pagine in cui le esperienze lavorative vengono riportare nei minimi dettagli.
Evitare le fototessere, meglio puntare su scatti che si possono fissare nella memoria, rendendo subito riconoscibile il curriculum in mezzo a decine di altri. L’originalità è un altro aspetto di una certa importanza e anche il formato potrebbe fare la sua parte in questo caso: accantonare il classico foglio A4 potrebbe essere una buona idea, se sostituito da un formato originale e che sappia essere efficace. I profili sui social network potrebbero essere utili, dunque meglio inserirli insieme all’indirizzo email e al numero di cellulare. Riassumere il proprio bagaglio di esperienze in una sola pagina, con un tono accattivante e non scontato, potrebbe essere la soluzione ideale per attirare la curiosità dell’esaminatore e colpire la sua attenzione in meno di nove secondi. In qualunque caso, si consiglia una lunghezza inferiore alle due pagine.