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Egitto: pesante bilancio di un attacco di jihadisti nel Sinai

Secondo quanto comunicato dalla tv di stato egiziana, tra le vittime accertate ci sono anche dei civili, ma la maggior parte appartengono alle forze di sicurezza. L’attacco, uno dei più sanguinosi, tra quelli che si sono succeduti dopo l’avvento al potere di Abd al-Fattah al-Sisi, è stato portato con l’uso di un’autobomba e dei colpi di mortaio.

Fino alla serata di ieri, i jihadisti non avevano rivendicato l’attacco, ma gli osservatori lo hanno attribuito proprio ai gruppi che da mesi stanno prendendo di mira vari obiettivi in questa zona del Sinai (Egitto) e che recentemente hanno colpito, in pochi giorni, tre distinti centri della regione.

Il bilancio delle vittime è destinato a crescere, date le condizioni gravi di molti dei feriti, e potrebbe superate quello dell’attentato che si verificò lo scorso ottobre a Sheikh Zuweid. Allora i morti furono complessivamente 31. Sempre nella serata di ieri, da parte dell’esercito è stato reso noto che erano in corso nella zona altre sparatorie tra i terroristi e le locali forze di sicurezza.

Oltre ai colpi che sono stati sparati contro una base militare, sono stati colpite anche una zona residenziale, abitata da uomini delle forze di sicurezza, ed il quartier generale della polizia. Nel mirino dei terroristi sono finiti anche un museo, alcuni posti di blocco piazzati dalla forze di sicurezza ed un giornale locale di tendenza filo-governativa.

Secondo il racconto di alcuni testimoni, la zona colpita sembrava un vero e proprio teatro di guerra, con molte macerie per le strade ed alcuni focolai che non erano stati ancora spenti, oltre naturalmente al grande numero di morti e feriti.

Il gruppo jiahdista che si indica come responsabile della serie di attacchi è denominato “Ansar Bayt al-Maqdis”, e da novembre scorso è affiliato all’Isis. A seguito dell’attacco che si era verificato lo scorso ottobre, le autorità avevano provveduto a chiudere il valico di Rafah, che collega con la Striscia di Gaza, valico che era stato poi riaperto circa due mesi dopo.

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