Cina: boom edilizio e il Governo spinge per la cremazione. Lotta ai cimiteri per lasciar spazio ai palazzi
La politica basata sul concetto di “quote”, siano esse quelle imposte per limitare le nascite, quelle relative al numero di persone da arrestare per fenomeni di tipo corruttivo o quello dei defunti da cremare, è a tutt’oggi molto presente nel paese che secondo molti indicatori è ormai la prima economia del mondo.Stiamo parlando ovviamente della Cina, in cui i funzionari statali si trovano a dover far fronte ad ogni ordine che arriva da Pechino, rischiando in caso di mancato adempimento delle richieste provvedimenti che vanno da una semplice multa a mancate promozioni o blocco dei salari.
Ultimamente uno dei problemi con cui le autorità statali si devono confrontare è la penuria di terreni sfruttabili, conseguenza diretta del boom industriale e dell’urbanizzazione. Per risolvere tale questione la soluzione messa in campo è stata quella di iniziare un’opera di persuasione per fare in modo che i defunti vengano cremati invece che sepolti. La sepoltura, specie nel sud del gigante asiatico, può risultare infatti molto dispendiosa dal punto di vista dello spazio da essa occupato, visto che spesso le tombe sono familiari e posizionate in luoghi particolari, per rispettare le teorie del “fengshui“, teorie secondo le quali:
“Una tomba si deve trovare in un luogo tranquillo, possibilmente lungo il fianco di una collina e vicino ad un fiume”. Questo, nella tradizione cinese, garantirebbe “la benevolenza del defunto verso i propri cari”.
Riuscire a far venire meno questo tipo di tradizioni è talmente complicato che nel Giugno scorso i media riportarono di come 6 anziani di Anqing, nell’Anhui una regione ad est del Paese, si sono tolti la vita per sottrarsi alle nuove norme statali sulla cremazione. Uno scenario surreale, ad esempio, che ha visto due funzionari statali addirittura arrestati per aver trafugato dei cadaveri dal Nord del Paese con lo scopo di cremarli al Sud, riuscendo così a raggiungere la quota di cremazioni locali richiesta dal potere centrale.
Questo caso, unito ad altri denunciati da cittadini che hanno lamentato la scomparsa dei propri cari dai cimiteri in cui erano sepolti e a quello di un gruppo di criminali che trafugava i cadaveri per poi cederli dietro pagamento di una somma di denaro alle autorità locali, dando così modo a queste ultime di rispettare le “quote” imposte dal Governo, fa comprendere come il problema sia ormai diffuso e come il potere centrale dovrà probabilmente seriamente cominciare a pensare ad una soluzione per evitare gli abusi e le profanazioni delle tombe.