Da oggi sarà visibile nelle sale italiane uno dei film che ha riscosso più successo tra la critica, tanto da aver ottenuto ben 9 nomination agli Oscar, la cui assegnazione avrà luogo a breve. Stiamo parlando di “Birdman“, pellicola che segna il ritorno dietro la macchina da presa di Alejandro G. Iñárritu, il quale ha diretto un cast di prima grandezza, comprendente tra gli altri Micheal Keaton, Edward Norton e Emma Stone, tutti candidati all’Oscar per le rispettive interpretazioni, oltre alla non meno brava Naomi Watss.
Questa pellicola, rientrante nel genere delle “black comedy”, narra la storia di Riggan Thomason, un attore interpretato da Micheal Keaton (non a casa scelta ricaduta sull’attore di due episodi di Batman, ndr), il quale ha vissuto l’apice della celebrità grazie al ruolo di un supereroe. Il suo presente, però, è la complicata messa in scena di una commedia a Broadway. Alla “prima” mancano ormai pochi giorni e Riggan si ritroverà a confrontarsi con il proprio “Io” e a dover cercare di ricomporre il proprio microcosmo, che si sostanzia negli affetti, nella sua parabola artistica e in fin dei conti nella propria esistenza. Riggan è infatti conscio che la decisione di mettere in scena questa commedia è un grosso rischio, visto che si parla di un’opera di Raymond Carver. Tuttavia la sua speranza è di ottenere un riscontro positivo da critica e pubblico e dare così prova di come la sua carriera possa nuovamente prendere il volo.
Tutto, però, rischia di andare storto a causa di Mike Shiner, a cui presta voce e fattezze Edward Norton. Mike è stato, infatti, inserito all’ultimo nel cast e ha avuto la parte principale per alcuni problemi di salute avuti dall’attore che in un primo momento doveva essere il protagonista della trasposizione teatrale del saggista americano. Tuttavia Riggan non può cacciarlo, perchè è ben visto dal pubblico e questo tornerà utilissimo per le recensioni future. Ma Mike non è l’unico problema con cui Riggan deve confrontarsi, visto che a togliergli il sonno vi sono anche la co-protagonista della rappresentazione, che nella realtà è anche la sua attuale fiamma, e infine la figlia e assistente personale avuta dal matrimonio con Sylvia, una donna implacabile nella propria mania del controllo.
In questo film, senza dubbio surreale e brillante, ogni personaggio si porta dentro problematiche, insicurezze e un’incapacità di fondo di essere coerente. Il messaggio che Iñárritu sembra voler trasmettere allo spettatore è quello che il successo e tutto ciò che gli ruota intorno, ossia notorietà e ricchezza è sempre qualcosa di passeggero di effimero, senza risparmiare un giudizio impietoso, nella sua opera, per una cultura del tempo considerata mediocre
Punto di forza della pellicola il suo essere ricca di momenti vari e diversi, passando da quelli assai divertenti e surreali ad altri pervasi da un sarcasmo fortissimo e urticante. Inoltre non mancano sequenze dove vengono messi nel mirino alcune star dello show-business, come ad esempio George Clooney.
Detto delle tematiche trattate, più di un accenno va fatto alla maestria con cui il regista messicano ha narrato visivamente questo guazzabuglio di umane debolezze: abbondano i piani sequenza con cui Iñárritu non lascia i propri protagonisti liberi nemmeno nei propri camerini e grande attenzione è stata data alle parti senza parlato. Superfluo dire che le prove dei membri del cast, Keaton in testa, sono superlative e che tutti e tre gli attori candidati agli Oscar rischiano seriamente di portare a casa la statuetta.
[…] per le vittorie e i successi raggiunti. Il grande vincitore è stato sicuramente “Birdman” che ha portato a casa ben 4 statuette come miglior film, miglior regia, per la fotografia e […]