Barack Obama chiede al Congresso l’autorizzazione al suo piano di guerra contro l’Isis
La notizia di una richiesta di autorizzazione “formale” alla guerra all’Isis da parte di Barack Obama al Congresso Usa era stata già ventilata dal New York Times, ed è stata confermata dallo stesso Presidente con un comunicato.
Obama specifica anche che non è intenzione degli Usa aprire un nuovo “fronte” di guerra come è avvenuto in Iraq od in Afghanistan, in quanto questo non è necessario per ottenere la sconfitta dell’Isis. Obama si trova a dover convincere gli appartenenti al gruppo degli “scettici”, che non condividono il suo piano per contrastare e fermare definitivamente gli estremisti dell’Isis.
Naturalmente questa richiesta del Presidente al Congresso si porterà dietro tutta una serie di dibattiti e precisazioni intorno ai poteri del Presidente stesso, ed inoltre dovrà essere valutato l’impegno su un nuovo scenario di guerra, mentre si stanno ancora scontando le pesanti conseguenze di quelli aperti in precedenza sempre nella stessa area. Precedenti che spaventano gli americani, sia per la loro durata, ormai più di un decennio, sia per il numero dei morti statunitensi, oltre settemila in totale.
Secondo la carta costituzionale americana, Obama non avrebbe la necessità dell’approvazione da parte del Congresso, ma certamente, in una situazione come quella attuale, quando il Presidente si trova in minoranza sia al Senato che alla Camera, una autorizzazione “formale” rafforzerebbe la sua posizione e le attribuirebbe ancora maggiore legittimità.
Fino a questo momento, le operazioni decise contro lo Stato islamico, sono state giustificate dalla presidenza Usa in base all’Aumf, “Authorization for the Use of Military Force“, che il presidente George W. Bush, firmò subito dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, contro le Torri gemelle. Sulla base di questo documento, il Presidente Usa può usare “tutta la forza necessaria”, sia contro le nazioni, persone singole od organizzazioni, che siano state partecipi dei suddetti attentati, oppure che ne preparino di nuovi contro gli Usa.
Anche all’interno del partito democratico, come di quello repubblicano, si sono levate alcune voci che ritengono che di questo atto sia stato fatto un uso troppo “ampio”. Il presidente Obama si è mostrato molto ottimista sulla possibilità di sconfiggere definitivamente l’Isis, sostenendo che la coalizione anti jihadista sta portando avanti l’offensiva ed i militanti islamici sono destinati a soccombere, sia grazie ai raid, che alla distruzione delle linee di rifornimento.
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