L’Egitto ha dato il via anche a operazioni sul terreno contro il Califfato islamico, che sta cercando di espandersi in Libia. Forze speciali del Cairo sono,infatti, state protagoniste di un’operazione che ha avuto come teatro Derna, città nell’est della Libia che si è proclamata facente parte del Califfato dell’Isis. La squadra delle forze speciali egiziane avrebbe catturato circa 50 persone appartenenti al Califfato e le autorità egiziane non hanno per ora fornito ulteriori particolari sull’operazione portata a termine, che segna comunque il sempre più forte coinvolgimento egiziano in questo nuovo teatro di guerra.
Intanto è di queste ore la notizia che gruppi di miliziani combattenti sotto la bandiera dell’Isis, insieme a terroristi facenti parte di Boko Haram si starebbero dirigendo al confine con la Tunisia. A dare questa notizia è stato Abdullah al Thani, il quale durante un colloquio con una radio tunisina ha affermato che l’obiettivo dei due gruppi è quelli di entrare congiuntamente in Libia per combattere al fianco dei terroristi già presenti sul suolo libico.
Il capo del governo libico riconosciuto dagli altri attori del diritto internazionale, commentando l’azione militare intrapresa dall’Egitto ha fatto presente come i raid, iniziati nei giorni scorsi, abbiano preso il via su sua esplicita richiesta e siano stati effettuati in collaborazione con le forze armate a lui riconducibili. Quindi ha attaccato le Nazioni Unite, le quali hanno negato il proprio ok all’invio di armamenti all’esercito regolare libico per riuscire a contrastare i miliziani del Califfato islamico.
Nel frattempo c’è da registrare la posizione assunte dagli USA e dall’Europa, posizione che appare in contrasto con la richiesta dell’Egitto affinché l’Onu dia il via libera a un intervento armato in Libia. Infatti, se da un lato il Presidente egiziano sta ribadendo in ogni occasione ufficiale che non ci sono alternative a un intervento armato da porre in essere dopo aver creato una coalizione internazionale, unico modo secondo lui di stroncare i terroristi islamici, Europa e Stati Uniti non sembrano dall’altro d’accordo e premono per una soluzione di tipo diplomatico.
Oggi il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prenderà in esame la complicata situazione libica e la richiesta egiziana di avere un mandato ONU che autorizzi l’uso della forza contro i terroristi islamici. I Paesi dell’area hanno dato il proprio assenso all’uso della forza, condizionandolo però all’ok del governo libico: il verificarsi di questa condizione risulta però difficile, visto che oggi in Libia vi sono due esecutivi, uno riconosciuto dalla comunità internazionale e uno con connessioni con gli islamisti, e due Parlamenti.
Inoltre l’Occidente non sembra intenzionato ad usare la forza, visto che l’Italia, insieme ai maggiori partner europei, condannando la decapitazione dei 21 egiziani copti rende ancora più necessario il tentativo di trovare unaç
“Soluzione politica al conflitto in corso, il cui protrarsi porta vantaggio solo ai gruppi terroristici”.
Allo stato attuale appare quindi difficile ipotizzare che l’ONU autorizzi l’uso della forza e quindi la creazione di una coalizione internazionale anti-Isis. Non resta quindi che aspettare le prossime ore e i prossimi giorni per capire in che modo la comunità internazionale deciderà di muoversi per risolvere la crisi libica, mentre altrove si continua a morire.
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