E in arrivo l’estate, e già molti pregustano una bella tintarella, figlia di continui bagni di sole. Allo stesso tempo in molte persone ritorna la paura, per gli eventuali effetti dannosi che potrebbe avere il sole sulla pelle.
E di qualche giorno fa l’ennesima notizia che il nostro corpo potrebbe essere intaccato dai raggi solari, non solo durante l’esposizione vera e propria, ma il pericolo di eventuali malattie legate ai raggi ultravioletti, continuerebbe anche ore dopo. I ricercatori di Yale, dopo una sperimentazione condotta su alcuni topi (e, a loro detta, anche su esseri umani), hanno pubblicato sull’importante rivista scientifica “Science“, uno studio in cui si proverebbero gli effetti dannosi della luce solare sui filamenti del DNA, anche a ore di distanza dell’abbandono del lettino solare.
La dannosa lesione che solitamente insorge nel giro di pochi secondi, quando la pelle è esposta al sole, di solito viene bloccata con l’apposizione sul corpo delle cosiddette creme solari, a protezione variabile. Lo studio, se confermato, proverebbe però, che il danno al codice genetico umano persisterebbe anche quando l’esposizione ai raggi ultravioletti è terminata, con uno pericolo che può essere valutato temporalmente fino a tre ore.
Secondo i ricercatori il danno può essere contrastato con l’applicazione nelle creme dopo sole, di un composto che agisca da “blocco” ai raggi ultravioletti, e di fatto impedisca pericolose mutazioni genetiche.