AttualitàMondo

L’Isis fa proseliti in Australia: 110 uomini e 40 “promesse spose” avrebbero abbracciato la causa jihadista

UN FENOMENO DIFFUSO – Quello che, fino a poco tempo fa, pareva un fenomeno molto simile a quanto osservato in tanti altri Paesi occidentali, in Australia sta invece diventando una vera e propria piaga, stando a quanto ha affermato il locale Ministro degli Esteri, Julie Bishop.

Decine di australiani avrebbero abbandonato da tempo il Paese per abbracciare la causa del califfato islamico in Iraq e in Siria, diventando così guerrieri jihadisti. I numeri presentati dalla Bishop hanno rivelato come, attualmente, siano circa 110 i connazionali che si sono uniti all’Isis per combattere al fianco delle milizie di Abu Bakr al-Baghdadi, il terrorista auto-proclamatosi ‘califfo’ dello Stato Islamico. Ma a preoccupare il Ministro degli Esteri sono anche altri dati.

ASPIRANTI SPOSE E ‘FOREIGN FIGHTERS’ –

“Un numero crescente di giovani cittadine australiane, circa 40, si è unito segretamente all’Isis con lo scopo di diventare schiave del sesso se non delle vere e proprie kamikaze'”, ha riferito la Bishop in Parlamento.

Una volta in Siria o Iraq, queste donne si ricongiungono con i propri mariti, cercano nuovi partner diventando ‘spose jihadiste’ oppure forniscono sostegno concreto a delle cellule terroristiche. D’altronde, le donne oramai costituiscono circa un quinto di tutti i ‘foreign fighters’ presenti in tutto il mondo e l’attentato sventato a Sydney negli scorsi mesi (con l’arresto di ben 15 persone sospettate di voler pianificare un massacro) la dice lunga sui legami che lo Stato Islamico ha intrecciato con dei sedicenti militanti ‘di stanza’ proprio in Australia.

Secondo il Governo di Canberra, inoltre, il califfato avrebbe pubblicato un vero e proprio vademecum ad uso e consumo di queste ‘spose jihadiste’, destinate così a entrate nella temuta polizia religiosa, composta di sole donne, e che ha il compito di far rispettare la ‘sharia’.

1 Comment

Leave a Response