Da non crederci ma il gigante Hulk esiste davvero! Non si tratta del supereroe dei fumetti, ma del cane più grande del mondo, Hulk, un Pit Bull Terrier da guinness.
La storia riguarda un cucciolo appartenente a Marlon e Lisa Grennan, due coniugi allevatori di cani nel New Hampshire , negli USA. La famiglia Grennan è abituata a vivere in compagnia dei cani, infatti i coniugi sono padroni di un canile specializzato nell’addestramento di Pit Bull per la guardia e per la protezione dei proprietari, il Dynasty k9s. Possiedono dozzine di cani, molti dei quali vivono in casa, con la famiglia, in un ranch di 150 acri.
Hulk, questo “piccolo” gigante peloso, a soli 17 mesi, pesa già 80 chili; un calibro da capogiro, se consideriamo che Hulk è tre volte più grande dei cani della sua razza e che il cucciolo deve ancora crescere!. I Grennan lo considerano “un animale non aggressivo”, piuttosto, definiscono tale razza, “animali molto affettuosi e assolutamente adatti a stare in famiglia e con i bambini”.
I due coniugi americani sono orgogliosi del loro “cagnolino”; essi sono assolutamente tranquilli che Hulk sia il migliore amico di Jordan, il loro figlioletto di tre anni. Malgrado i Pit Bull siano considerati “cani pericolosi”, essi lasciano cavalcare il cane dal bambino, proprio come se fosse un pony, anche se consapevoli della sua considerevole stazza. Infatti Hulk, quando si alza sulle zampe posteriori, non stenta a raggiungere l’altezza dei suoi padroni!
Il cucciolo viene alimentato, regolarmente, con una dieta ricca di proteine, composta da integratori e quasi due chili di carne macinata. Marlon, comunque, ha dovuto ammettere che un Pit Bull di tali dimensioni, va trattato con cautela e in una situazione sbagliata potrebbe addirittura uccidere qualcuno.
“Tutto dipende da come vengono allevati” considera Marlon “vengono addestrati per essere aggressivi e dominanti quando la situazione lo richiede”.
Rifiuta, però, le critiche contrarie a questo tipo di allevamenti, ma considera tali giudizi provenienti da ambienti sicuri e senza necessità di protezione.
“Ho dei clienti nell’isola di Grenada e in parti dell’Africa dove il problema della criminalità e dell’autodifesa è rilevantissimo”- continua – “per loro abitare in quei posti è terribile: non vivono a Disneyland, vivono nella paura”. Conclude dicendo – “Ecco, questo è il mio lavoro: cercare di alleviare la paura degli altri dando loro un cane di famiglia che li difenda”.
Molte infatti sono le critiche da parte di coloro che non comprendono la teoria dell’accoppiamento selettivo. Questo, infatti, genera il timore della nascita di veri e propri “mostri” della genetica, una paura, secondo i coniugi Grennann, alquanto infondata.