Negli ultimi giorni, l’Onu è stata protagonista dei tentativi di mediazione per il governo libico, con la rappresentanza dell’invitato Bernardino Leon. L’obiettivo prefissato è quello di raggiungere un equilibrio pacifico, grazie alla formazione di un governo che possa garantire unità alla nazione. In tal modo, si creerebbe un rapporto di collaborazione tra il potere esecutivo laico di Tobruk e le forze islamiche che controllano le città di Tripoli e Misurata. L’unione delle due fazioni contribuirebbero all’univoca lotta contro l’Isis, avvalendosi del supporto delle potenze internazionali.
Tuttavia, i Paesi occidentali sembrano non essere molto convinti dell’attuazione di questa strategia, dimostrando scetticismo sulle possibilità di dialogo. Infatti, l’assenza di un piano immediato per fronteggiare l’incombenza dell’Isis e la scarsa volontà di trovare un punto d’incontro tra gli schieramenti politici presenti in Libia, danno adito a quella che sembra la sola risoluzione attuabile, ossia l’escalation militare. Se da un lato essa servirà a sbloccare la battuta d’arresto che lo Stato libico sta affrontando, dall’altro contribuirà ad alimentare le associazioni terroristiche.
Al fine di evitare quest’ultima strada, gli Stati membri delle Nazioni Unite stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di emanare delle restrizioni. Una di queste riguarda il blocco marittimo, il quale assicurerebbe maggiori controlli per la sicurezza dei mari su cui si affacciano tanto l’Italia quanto la Libia.
A ciò si aggiunge l’interruzione dei fondi provenienti dai giacimenti di petrolio, che tuttavia inciderebbe negativamente sulla sopravvivenza dei civili e che porterebbero ad un atteggiamento di risentimento degli stessi, sfociando nella possibilità di alleanze con il nemico, con il solo scopo di garantire il proprio sostentamento. Infine, l’eventualità di predisporre delle sanzioni individuali per tutti coloro che sono ritenuti responsabili di aver fomentato i tumulti nazionali, appartenenti sia alle forze laiche sia a quelle islamiche.