Secondo un recente studio dell’Università del Michigan con a capo il professor Hindter Gurm, il passaggio all’ora legale è in grado di sottoporre il corpo umano ad uno stress considerevole.
La ricerca, ora pubblicata anche sulla rivista scientifica del National Center for Biotechnology Information, è partita il 1 Gennaio del 2010 e si è conclusa il 15 Settembre 2013. I dati raccolti sembrano confermare l’ipotesi di un rischio per la salute strettamente correlato al cambio dell’ora.
I risultati infatti sono netti: nei lunedì successivi al passaggio all’ora legale, il tasso di pazienti ricoverati per infarto è maggiore del 21% rispetto agli altri periodi dell’anno e questo non fa che confermare la tradizione cardiologica dei “lunedì neri” per il cuore, ipotesi ironicamente nata dai cardiologi che indicano i lunedì, come i giorni peggiori per la salute di questo fondamentale muscolo.
Il professor Gurm ammette che non ci siano ancora delle prove scientificamente confermate, ma sicuramente c’è una profonda correlazione tra la mancanza di sonno e lo stress causato al cuore. Infatti, la stessa ricerca, ha confrontato anche i pazienti in ricovero durante i cambi d’ora solare.
Grazie ai database delle assicurazioni si è potuto fare un puntigliosa ricerca e si sono ottenute significative ed evidenti risposte. Durante i martedì successivi al cambio d’ora solare, quindi quando riusciamo a dormire un’ora in più, i casi di infarto nel Michigan sono drasticamente diminuiti del 20% e questo non fa che portarci a pensare che la privazione del sonno sia una delle cause maggiori dello stress quotidiano.
Le alterazioni dei cicli di sonno/veglia sono le principali responsabili di uno squilibrio a carico del sistema nervoso ed un diretto aumento delle attività infiammatorie del corpo, portando ad un carico di stress che a volte, in soggetti già malati, rischia di essere fatale.
È questa la mozione portata avanti dagli attivisti che si stanno riunendo negli Stati Uniti per riuscire ad eliminare questi cambi durante l’anno, provando a spingere una petizione che garantisca un unico cambio durante i 365 giorni.
Si sono già riunite parecchie associazioni in vari stati, tra cui principalmente Colorado e New Mexico.
Ovviamente, la ricerca vuole solo richiamare l’attenzione di tutte le persone già predisposte ad avere problematiche cardiologiche e consiglia di adattare gradualmente il corpo a questi cambi d’ora. Non sarà certamente un’ora di sonno in meno a farci venire un infarto improvviso, ma questo studio dimostra quanto sia importante il sonno per i livelli di stress a cui ci sottoponiamo quotidianamente.