Lo schieramento di partenza decimato di Melbourne è lo specchio dell’attuale momento di crisi della Formula 1; non ci sono le due Manor, monoposto fantasma che durante il weekend non hanno mai varcato la soglia del box, e Bottas è costretto a rinunciare a causa di problemi alla schiena. Ancor prima del giro ricognizione, ecco altre due defezioni: il motore Honda lascia a piedi Magnussen (sostituto di Alonso sulla McLaren) e per noie tecniche si ferma anche la Red Bull di Kvyat.
Al semaforo verde scattano in 15 e la prima curva è fatale alla coppia Lotus: Maldonado finisce contro le barriere dopo un contatto col debuttante Nasr, Grosjean riesce a rientrare ai box, ma la sua gara finisce lì. Dopo alcuni giri in regime di safety car, le due Mercedes fanno subito il vuoto con Hamilton che tiene il compagno Rosberg a distanza di sicurezza. Alle loro spalle Massa è braccato da vicino da Vettel al volante di un’ottima Ferrari, ben altra vettura rispetto allo scorso anno: equilibrata, con una power unit notevolmente migliorata e velocità di punta finalmente all’altezza di una monoposto che punta in alto. Insomma, la rivoluzione organizzativa ha dato i suoi frutti.
Dietro i primi quattro si mettono in luce gli esordienti, ognuno a suo modo protagonista; Nasr è autore di una bella partenza, poi dopo il periodo di safety car infila l’altro rookie Sainz e si installa al quinto posto. Ricciardo gli mette il fiato sul collo, ma il giovane Brasiliano si mostra solido e consistente e non commette errori. Raikkonen – toccato lievemente dopo il via prima dal compagno Vettel e poi proprio da Nasr – è costretto ad una gara in rimonta.
Vettel conquista il terzo posto grazie alla strategia: sbagliata quella Williams che fa rientrare ai box troppo presto Massa, che perde del tempo prezioso alle spalle di Ricciardo; impeccabile quella Ferrari, che lascia in pista il Tedesco qualche giro in più consentendogli così di agguantare il podio. Non altrettanto perfetta la strategia di Raikkonen, anzi: tutti optano per un solo stop, al Finlandese ne toccano due. Verso metà gara “Iceman” è il più veloce in pista, tanto che sembra in grado di andare a prendere Massa, ma deve fermarsi una seconda volta per montare gomme medie. Sosta fatale: il dado della posteriore destra non si svita (forse a causa delle botte ricevute nelle fasi iniziali di gara) e Kimi viene rimandato in pista con una gomma vecchia. Dopo poche curve è costretto a fermarsi, perdendo un buon quinto posto.
La coppia Mercedes conduce la corsa in scioltezza, dando quasi l’impressione di non voler spingere troppo; la superiorità delle vetture di Hamilton e Rosberg è apparsa schiacciante. Nessun brivido in testa, col Campione del mondo che non si fa mai avvicinare dal compagno di squadra e chiude per primo centrando pure l'”hat trick”, ovvero pole, vittoria e giro più rapido. Rosberg è in scia, mentre per vedere il terzo sul traguardo bisogna aspettare oltre mezzo minuto: Vettel giunge staccato di 34”, con una manciata di secondi di margine su Massa.
Eccellente quinto posto per il debuttante Nasr (che per un soffio non è stato doppiato), veloce, freddo e preciso, mai una sbavatura nonostante Ricciardo l’abbia pressato da vicino per quasi tutta la gara. Ottima la prova della Sauber, che oltre a Nasr piazza nei primi dieci anche l’altro pilota Ericsson (8°). Delude invece la Red Bull (sesta), doppiata e lontana da quelle che alla vigilia avrebbero dovuto essere le sue rivali, ovvero Ferrari e Williams.
Al settimo posto si è piazzato Hulkenberg, al volante di una Force India anonima, ma a punti anche con Perez, nono invece Sainz Jr.
Tutti i debuttanti, comunque, hanno impressionato, pure il 17enne Verstappen che non ha concluso la gara per un problema tecnico, mentre si trovava comodamente in zona punti. Il disastro McLaren è testimoniato dal piazzamento di Button: 11° a due giri. Eppure una nota positiva c’è: l’Inglese è riuscito a portare al traguardo la sua vettura, che durante l’inverno e le prove libere non era mai riuscita a mettere insieme più di dieci giri consecutivi.
La doppietta fa subito prendere il largo alla Mercedes e ai suoi piloti nelle classifiche mondiali; la Ferrari è la seconda forza ed al momento sembra avere qualcosa in più della Williams. A tutti gli altri restano le briciole, ben lontani dalle posizioni che contano.
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