Ancora attentati contro i Cristiani e il Papa nell’Angelus invoca la fine del genocidio che il Mondo nasconde
Una nuova strage di Cristiani è accaduta a Lahore, in Pakistan, dove gruppi di kamikaze talebani hanno attaccato due Chiese nelle quali si stava svolgendo la messa, provocando la morte di 14 fedeli che stavano assistendo al rito ed il ferimento di altri 78 fedeli, 30 dei quali sono molto gravi.
L’attacco contro le chiese cristiane di Lahore è stato successivamente rivendicato da un gruppo integralista locale che è collegato con i Talebani, Jamaat-ul-Ahrar, che sembra voler fare concorrenza allo Stato Islamico nel reclutamento di giovani nella parte meridionale del Paese. I kamikaze avevano programmato anche un altro attacco contro un terzo edificio di culto, fortunatamente fallito.
Nelle Chiese prese di mira dai kamikaze, quella di San Giovanni, cattolica, e la Chiesa di Cristo, anglicana, si trovavano rispettivamente 800 e 1000 fedeli, ed i due attacchi portati dai talebani sono avvenuti pochi minuti dopo uno dall’altro. Lahore è la capitale dello stato del Punjab, che si trova nella parte orientale del Paese.
Nella chiesa di San Giovanni, si poteva avere anche un bilancio più catastrofico se non fossero intervenuti dei giovani volontari e due poliziotti, che si trovavano all’ingresso dell’edifici stesso e che hanno sbarrato la strada ai kamikaze. Il sobborgo di Lahore dove si trova questa Chiesa è uno dei più poveri e la comunità cristiana che lo abita è molto folta.
A seguito dei due attacchi portati contro le due comunità religiose, una moltitudine di persone, stimata in circa 4 mila, è scesa in piazza cercando di ottenere vendetta nei confronti dei responsabili degli attentati e dei loro complici. Due persone sospettate di essere appunto dei complici, sono state catturate dalla folla, normalmente pacifica, che li ha linciati e successivamente bruciati. Nel corso delle proteste si sono avuti anche devastazioni di negozi, soprattutto a colpi di mazza, e danneggiamenti di auto che si trovavano a transitare nella zona.
La Polizia è accorsa sul posto, ma è stata cacciata via, insieme ad alcuni esponenti politici, nei confronti dei quali sono state rivolte accuse di scarsa attenzione e difesa nei confronti delle popolazioni di religione cristiana.
Dopo aver appreso la notizia degli attacchi contro le chiese di Lahore, delle manifestazioni di protesta si sono svolte in altre parti del Paese, principalmente a Karachi, Multan, Peshawar e Quetta. Nazaw Sharif, premier pachistano, originario proprio della regione del Punjab, ha immediatamente condannato gli attentati, ordinando alle autorità locali di proteggere tutte le persone e di assicurarne l’incolumità. Attualmente in Pakistan, la minoranza cristiana conta su 4 milioni di persone, che rappresentano il 4% del totale della popolazione, che per il resto è quasi totalmente di religione musulmana. Una minoranza, quella cristiana, che è molto povera, ed è anche accusata di “blasfemie“, oltre che essere bersaglio di persecuzioni e di attentati.
Nel Settembre del 2013, un grave attentato contro i Cristiani fu portato a termine da 2 kamikaze che facendosi esplodere all’interno di una chiesa di Peshawar, causarono la morte di 82 cristiani. Nello stesso anno, in un quartiere di Lahore, più di 100 case di cristiani erano state bruciate da degli attivisti musulmani che li avevano accusati di “blasfemia”.
Degli attentati contro le comunità ha parlato anche Papa Bergoglio, il quale ha detto di aver provato “molto dolore” nell’apprendere la notizia, sottolineando come i Cristiani versino sangue solo per la volontà di professare la propria religione. Il Papa ha detto di pregare per le vittime degli attentati e per i loro familiari ed ha chiesto ancora una volta pace e concordia in Pakistan, e la fine delle persecuzioni contro i fedeli di Cristo, per quello che ormai ha assunto le dimensioni di un genocidio, che il mondo vuole nascondere.
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