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L’annuncio di Vanessa Marzullo: torneremo in Siria

Rapite a fine luglio ad Aleppo, in Siria, dalla fazione jihadista del Fronte al Nusra, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli furono liberate il 15 gennaio di quest’anno. Dopo la liberazione era seguito un silenzio durato due mesi fino a quando Vanessa non ha deciso di rilasciare alcune dichiarazioni in un’intervista a Repubblica.

La ventunenne Vanessa confessa che la scelta del silenzio è dipesa da un istinto di protezione e di vergogna, specificando che la vergogna cui si riferisce non dipende, come molti pensano, dal senso di colpa suscitato dal presunto pagamento del riscatto che ne ha consentito la liberazione, ma dal peso del giudizio altrui.

L’intervista le concede infatti la possibilità di sfogarsi per il fango che l’opinione pubblica ha riversato su di loro. Oltre al sospetto che grava sullo Stato, accusato di avere versato una cifra pari a 12 milioni di euro per riportarle a casa, le due volontarie italiane erano state accusate di essere in contatto con i guerriglieri jihadisti e di aver fornito loro dei kit di salvataggio. L’accusa è stata definita fantasiosa e offensiva da Vanessa, che ha ribadito che la presenza di lei e Greta in Siria era dettata solo da motivi umanitari rivolti alla popolazione civile del luogo.

Le due giovani cooperanti italiane, già iscritte alla Croce Rossa, avevano iniziato a mobilitarsi sul territorio italiano per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del popolo siriano, attivandosi a suo favore mediante un blog e coinvolgendo diverse città italiane nel progetto durato tre anni, tra le quali Milano, Bergamo, Varese. In seguito, con l’ “Assistenza Sanitaria Siria”, hanno iniziato ad operare direttamente in Siria, a partire dal 2012.

L’annuncio del desiderio da parte delle due ragazze di tornare in Siria ha scatenato delle nuove polemiche.

Su Radio Padania, Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha commentato l’intervista dicendo:

 “Ragazze, fate volontariato vicino a casa vostra” o in caso contrario “firmate una bella liberatoria, e la fate firmare anche alla mamma e al papà per cui non siano i cittadini italiani a rimetterci un centesimo di euro se andate in zona di guerra a fare quello che potreste fare sotto casa vostra”.

Le affermazioni del presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, hanno seguito la medesima linea di pensiero:

“Prima restituiscano agli italiani tutti i soldi che lo Stato ha speso per loro”.

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