Ddl prescrizione: tempi raddoppiati per corruzione, ma Destra e Grillini bocciano la riforma come inutile
Novità in vista per quanto riguarda i reati legati alla corruzione. L’Aula della Camera, infatti, si è espressa positivamente in merito al disegno di legge che chiedeva l’allungamento dei termini della prescrizione.
Sono stati 264 i voti positivi, ad opera di PD, “Alternativa Libera”, “Fdi-An” e di “Scelta Civica”. Solo 26 i contrari legati ai partiti “Forza Italia” e “Lega Nord”; mentre ben 121, invece, gli astenuti (“Movimento 5 stelle” e Ncd). Il Nuovo Centro Destra, pur non risparmiando critiche al provvedimento adottato, ha preferito evitare di creare, dopo la vicenda Lupi, ulteriori scossoni al Governo. Molto soddisfatto della scelta della Camera è stato Andrea Orlando, ministro della Giustizia, che ha indicato come l’intervento sulla prescrizione fosse un “punto cruciale” per evitare il ripetersi del “cattivo funzionamento” dei processi. Ha voluto dire la sua anche relativamente all’astensione dell’Ncd, indicando come questa rappresenti, ad ogni modo, una disponibilità al dialogo.
Per quanto riguarda il contenuto del provvedimento, quest’ultimo prevede modifiche relative ai reati di corruzione, con i termini che vengono aumentati della metà del “massimo della pena edittale“; prima, invece, l’aumento era nella misura di un quarto. Numericamente, questo significa passare dai 10 ai 15 anni, sempre che venga approvato l’aumento delle pene per tali reati.
La scelta di Ncd di astenersi era arrivata in seguito alla decisione dello stesso ministro Orlando di aprire a probabili modifiche del Ddl in Senato. La decisione era volta a coordinare le nuove norme con interventi che influiscono sulla durata degli stessi processi.
I membri del Partito capeggiato dal Ministro Alfano ritengono che un aumento dei termini della prescrizione possa indurre i Giudici a operare in modo più “lento”; considerando che il nostro Paese, da questo punto di vista, ha già tempi decisamente maggiori rispetto al resto dell’Europa, si rischierebbe di peggiorare una situazione già estremamente grave.
Sotto questo punto di vista lo stesso Orlando ha voluto chiarire che, mentre alcuni rilievi da parte dell’Ncd potrebbero essere prese in considerazione, altri non lo hanno assolutamente convinto. Ad ogni modo, ha dichiarato di volerli valutare tutti nei prossimi giorni, prima del voto al Senato, anche se l’impostazione adottata per la prescrizione sarà destinata, molto probabilmente, a rimanere la stessa.
Area popolare, come espresso dal capogruppo Nunzia De Girolamo, ha scelto di votare contro l’articolo 1 dello stesso Ddl perché rappresenterebbe solo “fumo negli occhi” per le persone che hanno visto negli scandali degli ultimi tempi comportamenti non più accettabili. Sempre secondo la De Girolamo, agire sulla prescrizione non è sufficiente per combattere la corruzione. Citando dati recenti ha voluto ricordare come solo il 4% dei reati di corruzione finisca in prescrizione.
Una soluzione migliore sarebbe quella di introdurre controlli preventivi sulle diverse attività amministrative e sui meccanismi attraverso i quali vengono scelte le commissioni di gara. Agire unicamente sulla prescrizione finirebbe per incidere su tutti i reati, portando ad una durata eccessivamente lunga anche dei reati minori cancellando, in pratica, il principio di “ragionevole durata” dei processi. Per fare un esempio la De Girolamo ha citato l’oltraggio, il cui processo finirebbe per durare una dozzina di anni.
Critiche sono arrivate anche dai Grillini, che ritengono il Ddl come un’occasione persa, che finirà per non produrre effetti benefici e, soprattutto, concreti. Si tratterebbe, infatti, di una decisione per nulla chiara e poco coraggiosa.
Ora l’attesa è tutta per il Senato. Le nuove norme, se approvate anche da quest’ultimo, verrebbero applicate solamente a quei reati commessi successivamente all’entrata in vigore della stessa legge, in quanto la prescrizione ha “valore sostanziale“.