Come risaputo questo sarà l’anno delle novità dal punto di vista delle certificazioni reddituali. Moltissime sono, infatti, le innovazioni inserite, soprattutto per quanto riguarda il nuovo 730 e la Certificazione Unica per il 2015.
Dipendenti e pensionati dovranno quindi stare molto attenti, per una serie di novità che non risparmiano neppure il settore degli autonomi. In particolare affrontiamo la figura del CU, ovvero il modello per la dichiarazione dei redditi da lavoro dipendente che andrà a sostituire il CUD, il vecchio documento con il quale il datore lavoro certificava gli emolumenti percepiti dai propri assunti.
Da quest’anno, inoltre, anche le certificazioni per le ritenute fiscali su redditi da lavoro autonomo (come quelle per i dipendenti) dovranno essere conformi a quanto dettato dall’Agenzia delle entrate, e, entro la data del 9 marzo, devono essere state oggetto di inoltro al Ministero delle Finanza attraverso un prescritto tracciato.
Continuando ad enumerare i cambiamenti intervenuti, occorre segnalare come i crediti per imposte versate in paesi esteri devono essere riportati nel CU , ma solo quando le stesse siano state pagate a titolo definitivo in tali Paesi. Sono richieste, comunque, per conoscibilità anche le imposte sia lorde che nette italiane oltre ai redditi totali su cui la tassazione è avvenuta in Italia.
Per pensionati e dipendenti l’obbligo di verificare con attenzione in seno alla Certificazione l’ammontare dei redditi corrisposti per l’anno 2014 assoggettati con le varie imposte. Bisogna poi specificare, per i lavoratori, anche con attenzione la tipologia di lavoro dipendente, oltre alle date di inizio e fine del contatto lavorativo stesso. Certificazioni che inviate successivamente all’Agenzia delle Entrate, saranno utilizzate dalla stessa ai fini della realizzazione del documento precompilato.
Riconfermata è poi nel nuovo CU la presenza dei dati afferenti alle eventuali detrazioni del 2014 per i familiari a carico. Saranno sotto questo punto di vista, elencati molti altri dati utili, quali ad esempio il grado di parentela con il soggetto a carico, il numero e le età dei figli e altro ancora.
Spazio anche al bonus delle 80 euro, inserito in una sezione ad hoc e spettante ai lavoratori dipendenti che abbiano registrato un reddito inferiore ai 26 mila euro, così come trovano spazio in seno al Cu le deduzioni per i contributi versati a casse o enti per l’assistenza sanitaria, sino ad un limite di € 3.612,20.
Differente sezione per gli assegni di mantenimento, con l’indicazione della somma che il datore di lavoro di un coniuge deve versare, secondo quanto stabilito dalla sentenza di separazione, a colui che ne abbia diritto.