Sono ancora una volta i mezzi d’informazione ad essere colpiti da episodi di raccapricciante e preoccupante violenza legati al mondo islamico. Dopo l’attentato in Francia alla redazione di Charlie Hebdo, ora è toccato alla sede della redazione della rivista islamica Adimlar, ad Istanbul, in 42Turchia.
Il bilancio è di un morto e tre feriti. La bomba è esplosa nel momento in cui è stata aperta la porta dell’edificio che ospita la redazione di Adimlar. A perdere la vita un giornalista collaboratore della rivista, di nome Unsal Zor. Questa rivista viene ritenuta molto vicina allo Stato Islamico, in particolare al gruppo “Fronte radicale islamico Ibda-C” che viene ritenuto simpatizzante dell’Isis.
Ibda-C è attivo sin dai primi anni del 1970, ma risulta sconosciuto a gran parte dell’opinione pubblica. Fu questa sigla a rivendicare gli attentati del 2003 ai danni di due sinagoghe di Istanbul anche se poi Al-Qaeda fu ritenuto responsabile del crimine.
Si tratta di un episodio molto preoccupante soprattutto se si considera che in Turchia il prossimo 7 giugno si terranno le elezioni politiche. Un clima per nulla tranquillo, dunque, caratterizzato da problemi sociali di vario tipo che rischiano di mettere in pericolo l’incolumità del Paese. Le tre persone rimaste ferite nel corso dell’esplosione sono state ricoverati negli ospedali limitrofi. In seguito all’esplosione dell’ordigno, parte della facciata dell’edificio è rimasta distrutta.
L’attentato è stato rivendicato da un gruppo che prende il nome di “Unità per la difesa del popolo” che è nato da pochi giorni. Secondo le ultime ricostruzioni, il gruppo avrebbe dichiarato tramite un post su Twitter che la rivista è stata punita per aver difeso in maniera smisurata i crimini commessi dall’Isis, ammettendo che azioni di questo tipo si protrarranno fino a quando non arriverà il momento in cui verranno prese le distanze da chi ammazza e commette crimini.