Gravidanza: amniocentesi e villocentesi sempre possibili causa di aborto, ma uno studio inglese ridimensiona il rischio
In ogni gravidanza, una delle paure maggiori per i neo genitori è rappresentata dal dover effettuare alcuni esami specifici invasivi, in particolar modo l’amniocentesi (nel quale viene prelevato una piccola quantità di liquido amniotico) e la villocentesi (nel quale viene prelevato una piccola parte di placenta). Gli esami in taluni casi, però, sono indispensabili, soprattutto quando si manifestano segnali che possono portare a una diagnosi legata alle cosiddette anomalie genetiche, responsabile di malattie molto gravi (ad esempio la sindrome di Down). Il timore è dettato dal fatto che a volte, gli esami possono arrecare gravi problemi al feto, problemi che nei casi estremi possono degenerare fino all’interruzione della gravidanza.
L’ambiente medico ha sempre cercato di operare su queste tecniche invasive, delle stime approfondite, con la funzione di ponderare il rischio cui si sottopone il nascituro. Conoscere tale rischio riveste la massima importanza, soprattutto nella valutazione del cosiddetto rischio/beneficio. È intuitivo, infatti, che in caso di rischio marginale si ha più prpensione nell’effettuare l’esame, avendo sul piatto il beneficio di conoscere con esattezza il profilo genetico del feto.
Le linee guida del Ministero della sanità italiano, avevano fin ora stimato il rischio attorno ai due punti percentuali (che significa perdere, purtroppo, due bambini ogni cento indagini diagnostiche effettuate) con una piccola differenza di risultati tra i due esami. Un team di studiosi inglesi ha, però ,abbassato notevolmente queste stime. I medici appartenenti al Medway Maritime Hospital di Gillingham, non ha basato le proprie risultanze su un studio vero e proprio, ma hanno operato una cosiddetta revisione sistematica degli studi già effettuati. I dottori anglosassoni hanno preso in considerazione 21 studi clinici (14 relativi all’amniocentesi e 7 relativi alla villocentesi), tutti effettuati nel nuovo millennio. In seguito essi hanno incrociato i dati concernenti le tecniche e le apparecchiature usate, sicuramente all’avanguardia rispetto a quelle del passato e sulle quali si basavano gli studi ufficiale.
Il risultato è stato sicuramente rassicurante, gli studiosi hanno, infatti, stimato un’interruzione di gravidanza attorno al 2 per mille (1.1 per l’amniocentesi e 2.2 per la villocentesi). Inoltre nel nuovo studio sono state prese in esame le interruzioni di gravidanza proveniente da cause esterne agli esami. Tale introduzione ha abbassato ancora di più le problematiche legate in maniera esclusiva alle analisi considerate, rendendo, di fatto, ancor più confortanti i risultati.
Il nuovo studio è sicuramente rassicurante, ma si deve sottolineare che molto dipende dalla bravura dell’operatore che materialmente esegue l’esame. Di certo i numeri non lasciano dubbi e anche se un piccolo rischio è presente, le coppie che compiono gli esami, dovrebbero essere abbastanza sicure, a patto che esse scelgano strutture sanitarie in cui gli esami siano frequenti, cosa questa che innalza l’esperienza dell’operatore, e abbassa notevolmente il rischio.