La droga più letale? Lo zucchero, la dolce droga fa più vittime che tutte le altre messe insieme (video)
La ricerca potrebbe essere di quella che fa la storia: altro che vietare le droghe leggere, secondo lo studio si dovrebbe fare una legge, ed anche molto restrittiva, per vietare lo zucchero. I dati che sono emersi dal saggio scritto dai ricercatori delll’Università di Princeton, nel New Jersey, non lasciano dubbi: lo zucchero crea dipendenza, e soprattutto influisce in maniera negativa sull’insorgere di alcune delle malattie più pericolose dei nostri giorni. Lo studio ha trovato ampio risalto negli organi d’informazione, e sono state tante le televisioni mondiali che hanno dedicato alla ricerca servizi molto particolareggiati.
Uno dei più completi è stato redatto dalla televisione canadese, il documentario, “I Segreti dello Zucchero ” ha messo insieme le tante ricerche che, già a partire dalla meta del 1900, sono state dedicate all’argomento. Il cortometraggio con dovizia di particolari ha svelato tutte le varie presunte macchinazioni, messe in atto dai colossi industriali, che fanno della trasformazione dello zucchero la loro “mission” aziendale, negli ultimi 70 anni.
Una delle affermazioni più sconvolgenti, contenuta nel documentario, è quella che pone l’attenzione su come lo zucchero sia presente in sostanza in tutti gli alimenti che sono sottoposti a un qualche tipo di trasformazione industriale. Yogurt, zuppe, farine latte (anche vegetali) contengono una percentuale di zucchero, che contribuisce, tramite l’assunzione giornaliera, a creare una vera e propria dipendenza simile a quella fornita da droga, alcool o nicotina.
Tale dipendenza è ben conosciuta ai produttori di zucchero, essi però non fanno nulla per impedirla, anzi la alimentano per ragioni puramente economiche. È intuitivo capire che la fenomenologia è simile a quello che alimenta il mercato, illegale in questo caso, delle droghe. Creare dipendenza nei consumatori rende l’assunzione obbligatoria, e questo fa si che le vendite aumentano con guadagni che sfiorano le decine di miliardi di dollari.
Il lavoro cinematografico assume una valenza ancora più inquietante, quando analizza le problematiche che l’alimento dolce apporta all’organismo umano. Gli scienziati intervistati non hanno problemi a confermare i danni di cui lo zucchero è colpevole, (al fegato, al cervello, in malattie quali l’obesità, in alcune patologie cardiovascolari) ma cercano di giustificare il dolcificante incolpando il consumatore.
La tesi mondiale (foraggiata secondo gli autori del lavoro cinematografico dell’industria dello zucchero) è quella che l’utente può scegliere se mangiare alimenti zuccherati o meno. Gli autori del documentario ribattono, portando a loro sostegno le tante etichette alimentari, che è praticamente impossibile evitare l’assunzione di quella che sono ormai tanti a definire “la droga dolce“.
La loro tesi è che lo zucchero è davvero presente ovunque, e le etichette non chiariscono la quantità di zucchero contenuto, anzi la loro formulazione è fatta ad hoc per confondere il consumatore. Sono in molti, a spingere sui Governi di tutto il mondo per avere una legge più restrittiva, e che soprattutto obblighi i produttori di alimenti trasformati a formulare etichette più chiare. Le tante associazioni dei consumatori vorrebbero la quantità di zucchero presente segnalata sia in percentuale che in peso assoluto, solo cosi secondo loro si può fornire un informazione esatta, e solo in quel caso la scelta di consumare una grande quantità di zucchero, ricadrebbe in capo al consumatore finale.
Il cortometraggio contiene, inoltre, anche un esperimento scientifico, la troupe ha seguito per quasi un mese una coppia obesa, quest’ultima ha eliminato del tutto gli alimenti zuccherati e ha cercato di mangiare il più “amaro” possibile. I risultati sembrerebbero parlano chiaro: alla fine della cura alimentare, la coppia ha registrato una diminuzione considerevole di peso, e un miglioramento evidente sia del colesterolo che dei trigliceridi. L’esperimento per quanto non abbia valenza scientifica, non avendo seguito le regole tecniche poste dall’OMS, (Organizzazione mondiale della sanità) è indicativo di come un maggiore equilibrio e una informazione mirata, nel campo dell’alimentazione, possano contribuire a eliminare disfunzioni patologiche importanti.
La campagna contro lo zucchero ha visto una maggiore attenzione in questi ultimi anni, e sono tanti i consumatori che cercano di evitare l’assunzione dello zucchero bianco, le stime di vendita registrano, su base mondiale, un leggero calo. L’analisi e i dati mostra come molti si stanno orientando all’uso di zucchero non raffinato (in special modo lo zucchero di canna), questo cambio di abitudine è indicativo di come l’attenzione su uno degli alimenti più presente nelle case di tutto il mondo, stia diventando più pregnante.