Le belle giornate e il mare più o meno calmo hanno riaperto la via a nuovi sbarchi di profughi lungo le coste del Sud della nostra Penisola e, in particolare, nella nostra bella Sicilia.
La Regione si prepara nuovamente ad affrontare l’emergenza sbarchi e lo fa totalmente da sola, come ogni anno, con l’Europa in veste di consueto assente ingiustificato. Se lo sbarco di migliaia di profughi ogni anno non fa più notizia, quello che ancora scuote gli animi è come queste persone arrivano sulle nostre coste e con quali condizioni viaggiano per il mare.
Ancora una volta drammatico il racconto che arriva dai naufraghi che sono riusciti a mettere piede sulla terraferma.
Uno di questi del barcone arrivato ieri a Pozzallo, ha raccontato che, durante la traversata in mare, uno di loro non ce l’ha fatta e che lo scafista ha gettato il corpo in mare finito, poi, per essere dilaniato dagli squali che seguivano minacciosamente il gommone.
La polizia di Ragusa è intervenuta fermando lo scafista, originario della Guinea, per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e anche della morte del disperato finito poi per essere sbranato. Si tratta del 14esimo fermo dall’inizio dell’anno.
Altri sbarchi, ieri, si sono registrati anche a Palermo. Ai disperati arrivati sulla costa la Caritas ha fornito pasti, acqua, scarpe e coperte. L’emergenza profughi è già alle porte e presto gli sbarchi raddoppieranno a cominciare da questo fine settimana per il quale le previsioni meteo hanno parlato di sole, mare calmo e temperature in rialzo.
Nuovi viaggi della speranza che diventeranno veri e propri orrori ci attendono? Tra il dovere di accoglienza e l’impossibilità ad imbarcare disperati da ogni dove, la nostra penisola si prepara così ad affrontare un’emergenza umanitaria che prevederebbe ben altro supporto da un’Europa, solerte solo nel ricordarle i doveri di bilancio.
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