Ucraina: morto Kalashnikov, 8 colonnello dell’ex Presidente Yanukovych, misteriosamente suicidatosi in un mese
Oleg Kalashnikov, un ex 52enne deputato ucraino, alleato di Viktor Yanukovych, ex presidente dell’Ucraina, è stato ritrovato morto a Kiev, capitale dello stato, vittima di un’arma da fuoco.
Negli ultimi due mesi, quella di Kakashnikov è, secondo quanto indicato dalla Bbc, l’ottava morte sospetta che coinvolge ex luogotenenti del deposto Capo di Stato. La notizia del ritrovamento del cadavere di Kalashnikov è stata comunicata da fonti del Ministero dell’interno ucraino, che hanno dichiarato che l’uomo è stato trovato cadavere nella sua casa nella capitale ucraina, ed hanno annunciato che sul caso è stata aperta una inchiesta.
Le circostanze della morte del Parlamentare rimangono misteriose, e la sola cosa sicura riguarda la causa della stessa, un colpo di arma da fuoco. La vittima, esponente del partito delle Regioni dell’ ex Presidente, aveva anche preso parte alle manifestazioni di protesta che avevano seguito la deposizione di Yanukovich, che avvenne nel mese di Febbraio dello scorso anno, dopo che nei mesi precedenti si erano avute le proteste di piazza, di tenore opposto, tese a chiedere le dimissioni di Yanukovych, proteste nelle quali si erano registrate decine di morti
Kalashnikov nelle settimane precedenti, hanno dichiarato i familiari, era stato oggetto di messaggi intimidatori via mail, a seguito del suo invito a festeggiare il 70esimo anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista, in un contesto segnato dalla volontà di Kiev di allontanarsi da Mosca, in un evidente tentativo di de-sovietizzarsi. Lo stesso deputato di opposizione aveva anche scritto ad un amico:
“Ricevo continue minacce di morte per il mio appello aperto a festeggiare il 70/mo anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica. Queste minacce e questi sporchi insulti sono diventati una norma nell’Ucraina di oggi occupata dai nazisti”
L’ex politico ritrovato morto, inoltre, sembra avesse finanziato le proteste anti Maidan a sostegno dell’ex Presidente deposto o quanto meno fosse a conoscenza di chi avesse finanziato le stesse. Dopo la deposizione, l’ex presidente Yanukovych riparò in Russia ed in Ucraina prese il via il conflitto che in un primo tempo provocò l’annessione da parte della Russia dei territori della Crimea e successivamente molte morti nella guerra che ancora oggi continua con i separatisti “filorussi”.
Per quanto riguarda le sette precedenti morti di alleati di Yanukovich, in un crescendo di sangue illustre che non può non imbarazzare la nuova nomenklatura al potere a Kiev, si parla sempre e soltanto di suicidi. Otto misteriosi suicidi, tutti relativi a uomini chiave dello scontro politico politica che l’anno scorso ha portato al cambio della guardia al vertice dell’Ucraina.
Naturale che molti parlino di persecuzioni nei confronti di queste persone da parte del nuovo governo ucraino, che avrebbero determinato il loro suicidio, se non addirittura di un coinvolgimento di altra natura. Nel mese di Marzo si è avuta anche la morte del figlio 33enne dell’ex presidente, che con la sua auto è finito dentro il lago Baikal in Russia, all’epoca ghiacciato.