Massimiliano Allegri e la Juventus si qualificano per le semifinali di Champions League con il pareggio per 0 – 0 che segue la vittoria di misura della settimana scorsa a Torino.
La formazione italiana entra così in un “parterre de roi” che comprendeva da martedì sera Barcellona e Bayern Monaco, ai quali si sono aggiunti i Bianconeri ed il Real Madrid. Un sorteggio, quello di venerdì prossimo a Nyon per le semifinali, che proporrà un match difficilissimo alla Juventus, comunque vada, ma la certezza che gli uomini di Allegri hanno edificato l’ennesimo mattone per il ritorno della squadra torinese fra le grandi d’Europa, nel contesto che più le compete.
È stata una Juve che ha creato poco, quella vista al Louis II, ma che nello stesso tempo non ha rischiato mai nulla, con la formazione del Principato che ha pressato altissimo, gestito per molto tempo il pallone, ma non ha creato grandi pericoli per la porta difesa da Gianluigi Buffon. Una gara sicuramente molto diversa da come ci si aspettava, con i padroni di casa che sembravano molto più freschi degli uomini di Allegri che comunque sono riusciti a resistere, incrementando con questo passaggio del turno anche la loro autostima, ed anche se entrando dalla “porta di dietro”, sono tra le “Fab Four” della Champions.
Una qualificazione che non era riuscita per due anni a Conte, nemmeno nell’anno della “Juve dei record”, e che Massimiliano Allegri ha conquistato al primo tentativo. Lottando ed in alcuni casi anche barcollando, ma la Juventus ha dimostrato solidità, e nella somma delle due partite il risultato favorevole per i colori italiani è stato meritato. Un segnale di solidità che deve anche far preoccupare un po’ le altre formazioni dell’urna di semifinale.
Per quanto riguarda il Monaco, certamente Jardim potrà recriminare perché i suoi non sono riusciti a segnare, ma nemmeno ad essere pericolosi quando all’inizio la Juventus sembrava in balia dei talentuosi Transalpini, e potrà anche appellarsi al rigore, dubbio, non concesso per l’intervento nel primo tempo su Kondogbia (oltre a quello generosamente fischiato a favore dei Bianconeri a Torino), ma alla fine la supremazia dei Francesi è risultata sterile come pure l’attacco della Juventus e dunque il pareggio 0 – 0 rappresenta la giusta fotografia del match. La Juventus ha forse anche sofferto il ruolo di favorita che le era stato consegnato dalla vittoria casalinga, ma sicuramente non soffrirà lo stesso problema in semifinale qualunque sia l’avversario che si troverà davanti.
La Juventus entra in campo come previsto, adottando il 3 – 5 – 2 con Barzagli in campo nella linea difensiva e Pereyra in panchina. Jardim risponde con il suo 4 – 2 – 3 – 1 molto offensivo, con i giovani Ferreira Carrasco, Bernardo Silva e Martial in zona d’attacco, e l’esperto bulgaro Berbatov in panchina. L’inizio è di marca francese; dopo due soli minuti, Chiellini deve rimediare ad una scivolata fermando la palla con le mani e beccandosi il giallo, poi al 6° arriva la prima occasione per i padroni di casa con Kondogbia che calcia alto sopra la porta di Buffon. La seconda occasione nove minuti dopo con Bernardo Silva che dopo aver saltato due difensori arriva al cross, con Barzagli che colpisce il pallone mandandolo in angolo, ma sfiorando anche una clamorosa autorete. Intanto il giovane Kondogbia è il migliore dei suoi e dopo 36 minuti è necessario un intervento simultaneo di Chiellini e Vidal per fermarlo chiudendolo a sandwich; tutto lo stadio e la panchina francese chiedono il rigore, ma arbitro ed assistenti non sono di questo parere. Il Monaco prova ancora ad attaccare e sfrutta anche i calci da fermo, ma le conclusioni verso la porta bianconera non sono mai efficaci e quando sta per chiudersi il primo tempo arriva la prima conclusione juventina, con Tevez che calcia a lato di poco.
All’intervallo ci si chiede il motivo di questa superiorità dei francesi, e la ragione si trova nella maggiore rapidità degli uomini di Jardim, mentre gli juventini, almeno a centrocampo ed in attacco, sono sempre in ritardo, meglio la difesa che tiene bene, anche se, merito del forcing degli avversati, infiniti sono gli errori in fase di disimpegno e impostazione. I migliori sono Marchisio e Barzagli.
La ripresa si apre con l’ingresso in campo nel Monaco, di Berbatov al posto di Toulalan, per dare ancora più spinta offensiva. Proprio il Bulgaro sarà protagonista dopo 10 minuti quando Buffon deve intervenire in tutta fretta su di lui per rimediare ad un errato passaggio indietro di Vidal. Al quinto a dire il vero, c’era stata anche un’altra occasione, abbastanza confusionaria, originata da un’uscita a farfalle di Buffon, con la palla che “balla” davanti alla porta della Juventus, senza che nessuno riesca a toccarla verso rete. Intorno al 15esimo due conclusioni innocue del Monaco con Bernardo Silva e Kondogbia, poi al 69esimo Llorente prende il posto di Morata, troppo evanescente.
Il Monaco inizia a sentire la fatica e rallenta il ritmo, così che la Juventus controlla meglio le azioni avversarie, ma il conto delle conclusioni in porta fino a quel momento dice 12 Monaco e solo 3 Juventus. Attorno al 76esimo c’è una sostituzione da entrambe le parti con Pereyra che entra al posto di Vidal e Germain che prende il posto di Martial, che non si è visto molto. Nel frattempo c’è anche il cartellino giallo sventolato dall’arbitro nei confronti di Kondogbia.
A quattro minuti dalla fine ammonizione anche per Tevez, poi sostituzione Juventus con Padoin che entra al posto di Evra.
L’arbitro concede 4 minuti di recupero, che però passano senza alcune pericolo sostanziale per i due portieri, ed al triplice fischio finale, Buffon può alzare le braccia al cielo, per una qualificazione che, come ha detto lui stesso nel postpartita, ha atteso per 12 anni. Ora, però, alla Juve per coltivare anche il benchè minimo sogno di gloria servirà, oltre che ad un pizzico di buona sorte, servirà ben altra efficacia e condizione.
A disposizione: Stekelenburg, Dirar, Wallace, Elderson All. Jardim 6.5
A disposizione: Storari, Ogbonna, Sturaro, Matri All. Allegri 6