L’uomo è già stato identificato. Si chiamava Nerdin Ibric e proveniva da Tzula. E’ stato ucciso dagli agenti durante il fatto, evitando così un numero di vittime maggiore.
Secondo le ricostruzioni fatte, l’uomo avrebbe fatto irruzione nei locali del commissariato al grido di “Allahu akbar”, ponendo subito in chiaro che la matrice dell’attentato ha radici islamiche.
L’uomo, secondo le indiscrezioni rilasciate dai media locali, viveva in un comunità wahabita islamica assieme ad altre 4 mila persone. L’anima bosniaco-estremista wahabita ha condotto molti dei suoi adepti in Siria e in Iraq a combattere al fianco dell’Isis, quasi a voler dare un segnale al governo, alleatosi con l’Iraq nella lotta contro lo stato islamico.
Zvornik in passato è stata popolata da molti musulmani, ma negli anni novanta, durante la cosiddetta campagna di “serbizzazione”, molti di questi vennero uccisi o espulsi dal territorio slavo. Una sorta di vendetta avrebbe quindi mosso Nerdin Ibric.
Il premier serbo, Aleksandr Vucic, ha condannato pesantemente l’episodio giudicandolo “terribile”, così come il ministro della sicurezza Dragan Mektic che ha espressamente individuato il gesto come “atto terroristico”.
L’episodio mette in crisi il governo di un Paese che si sorregge sugli equilibri degli accordi proclamati nel 1995, al termine della guerra di Jugoslavia.